Tensione atomica tra Stati Uniti e Iran

Il Piano d’Azione Congiunto Globale – comunemente noto come accordo sul nucleare iraniano – è un accordo internazionale sull’energia nucleare in Iran, firmato nel 2015 da Iran, P5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle NU – Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti e Germania) e Unione Europea.

Alcune delle clausole previste dall’accordo sono la rinuncia da parte iraniana delle sue riserve di uranio a medio arricchimento, il taglio del 98% di quelle a basso arricchimento, la riduzione di due terzi delle sue centrifughe a gas per tredici anni, o ancora la conversione di alcuni dei suoi impianti per evitare il rischio di proliferazione nucleare. Il monitoraggio e le verifiche sono attuati dall’AIEA – Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica – dotata di regolare accesso a tutti gli impianti nucleari iraniani. In cambio, l’Iran ha ottenuto la cessazione delle sanzioni economiche – stipulate a causa del suo programma nucleare – imposte dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e dal Consiglio di Sicurezza delle NU.

Nel pieno dei venti di guerra in Medio Oriente, il governo americano del presidente Trump starebbe studiando una nuova offensiva contro l’Iran, cercando di allineare le posizioni, finora divergenti, di Stati Uniti ed Europa sull’accordo relativo al programma nucleare della Repubblica Islamica sottos...

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha tuttavia già espresso con i fatti la volontà di uscire dall’accordo – firmato da Barack Obama – creando trambusti all’interno delle parti contraenti; nonché la promessa di fare partire al più presto nuove sanzioni molto dure contro l’Iran. Alle azioni di Trump sono seguite le risposte europee. Il ministro dell’economia tedesco Olaf Scholz ha infatti affermato la necessità di difendere le aziende europee da possibili ripercussioni, pur non comprendendo ancora l’entità delle conseguenze che la decisione d’Oltreoceano potrebbe comportare. Mentre da una parte ancora risulta poco conosciuto il giudizio di Russia e Cina, dall’altra la cancelliera Angela Merkel, il presidente Emmanuel Macron e il primo ministro britannico Theresa May sembrano convergere nella stessa direzione, seppur con alcune divergenze. Il governo tedesco spinge infatti verso un salvataggio dell’accordo in ogni sua parte, quello francese punta invece alla creazione di una zona franca a beneficio – così sostiene Macron – delle aziende europee.

Necessario risulta, dunque, un incontro tra i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Uniti con la controparte iraniana, in modo tale da instaurare un dialogo produttivo e trovare delle soluzioni alla questione del nucleare. Un meeting tra il Presidente iraniano Hassan Rouhani e Macron è già avvenuto, esplicitando l’impegno tra i due Paesi di lavorare insieme per mantenere l’accordo sul nucleare. Una tale situazione rappresenta un interessante palcoscenico sul quale – usando le parole del Presidente del Parlamento iraniano Ali Larijani – l’Europa può dimostrare «se ha abbastanza peso per risolvere i problemi internazionali o no».


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