“Ironclad”: la ribellione contro Re Giovanni

*contiene spoiler*

Diretto da Johnathan English, Ironclad è un film storico del 2011 che narra della guerra civile inglese del XIII secolo, anche nota come Prima Guerra dei Baroni.

Poco dopo aver firmato la Magna Carta Libertatum, che avrebbe garantito agli inglesi la libertà individuale pur mantenendosi in uno stato monarchico, il dispotico Re Giovanni (Paul Giamatti) decide di violare l’accordo e mettere sotto assedio il suo stesso paese. Con l’aiuto del comandante danese Tiberius, mandato in Inghilterra con un esercito straniero in cambio della Grazia da parte della Chiesa, il Re inizia a devastare ed espugnare le fortezze dei baroni per tutta l’isola.

Il barone Guglielmo d’Albini (Brian Cox) capisce di dover agire in fretta e cerca uomini abili nel combattimento per controbattere all’offensiva di Giovanni; tra di essi figurano: Tommaso il Maresciallo (James Purefoy), un cavaliere templare il cui prelato protettore era stato brutalmente torturato dai mercenari del Re, e altri personaggi non convenzionali, ma comunque combattenti estremamente abili.
Con una mossa repentina, Guglielmo riesce ad occupare la fortezza di Rochester, situata al centro dell’Inghilterra meridionale: la chiave per conquistare il paese. Il Barone spera di temporeggiare fino all’arrivo dell’esercito francese, avvertito delle azioni del Re e pronto a spodestarlo grazie alla guerra civile.

Il castello è difeso da una guarnigione di appena quindici soldati, inclusi gli uomini del barone e non è dotato di armi d’assedio; tuttavia le sue mura sono molto alte e resistenti, rendendo molto difficile sia l’uso delle scale, sia i bombardamenti con i trabucchi. Albini e Tommaso dispongono, dunque, i soldati come meglio possono, aspettando l’attacco.
L’esercito di Giovanni arriva poco dopo, e sebbene sia dotato di catapulte e scale, viene respinto dall’esigua forza difensiva.

I ribelli costruiscono persino un trabucco rudimentale, con cui colpiscono l’unica torre d’assedio dell’armata nemica, incendiandola. Re Giovanni, convinto di non poter conquistare la fortezza con la forza, decide di attendere l’inverno e puntare sulla fame dei difensori.
Nel frattempo, Tommaso fa i conti con i suoi demoni: i voti ecclesiastici da lui presi per entrare nell’Ordine Templare lo hanno costretto ad una vita di violenza e rinunce, una prigionia che Lady Isabella (Kate Mara), moglie del signore del castello, cerca di spezzare.


Dopo diversi mesi, Giovanni decide di attaccare la fortezza di sorpresa, riuscendo ad occupare il cortile interno e le mura, mentre i pochi sopravvissuti si rifugiano nel torrione principale.
Il Barone Guglielmo viene fatto prigioniero, torturato e infine ucciso sotto gli occhi dei difensori, che tuttavia non si arrendono. Il Re si mostra pronto a tutto pur di espugnare la fortezza, anche perdendola. Fa quindi scavare una galleria sotto le fondamenta, la quale viene poi riempita di suini e incendiata: il loro grasso ha generato calore a sufficienza per spezzare le travi di sostegno, facendo sgretolare il torrione in pochi minuti, lasciando i difensori alla mercé dei barbari.
Solo il tardivo sopraggiungere delle armate francesi mette in fuga il Re e i suoi assalitori. Tommaso viene liberato dagli oneri della Chiesa, ottenendo quindi di abbandonare spada e armatura per andare a vivere con la sua amata Isabella.
Re Giovanni, fuggito nelle campagne con quel poco del suo tesoro, trova la morte poco meno di un anno dopo, permettendo alla Magna Carta di essere restaurata e di entrare in vigore.

Ironclad è un film di buona fattura. Sebbene abbia un tono decisamente hollywoodiano per essere un film di produzione inglese, la ricostruzione storica dell’assedio di Rochester è senza dubbio un elemento a suo favore. Bisogna inoltre riconoscere l’estrema bravura di Paul Giamatti nel ruolo di Re Giovanni: oltre a mostrare una espressività notevole, egli è in assoluto il personaggio a cui è dedicata la maggior parte della pellicola (quasi diciotto minuti).
Se inizialmente Giovanni appare come un uomo determinato nonostante sia instabile, dopo la sconfitta viene mostrato come l’ombra di se stesso: delira, scappa inciampando nel fango ed infine diventa un uomo malato, gobbo su un ronzino, avvolto in uno straccio come un comune vagabondo. Il regista ha voluto inscenare la parabola discendente del suo regno, muovendo una critica pesante alla dinastia di regnanti che prese il potere in quei secoli.


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