Romeo e Giulietta, la tragedia delle tragedie

Romeo e Giulietta è forse la tragedia più rappresentata, se sommiamo cinema e teatro, e indubbiamente anche la più conosciuta. Chi non ha mai sentito della storia dei due giovani amanti osteggiati dalle rispettive famiglie, che si danno la morte a causa di un beffardo scherzo della sorte?

William Shakespeare la scrisse tra il 1594 e il 1596. Più di quattrocento anni di rappresentazioni, senza mai annoiare o risultare obsoleta. È interessante notare come questo fenomeno riesca ancora a mettere in atto meccanismi di empatia tali da identificarsi coi due innamorati. A distanza di secoli, essi rappresentano ancora l’archetipo dell’amore che sfida la società, la sorte ed infine la morte. Questo è uno dei motivi principali per cui molti registi, teatrali e cinematografici, hanno voluto rendere omaggio al grande autore rielaborandone il testo secondo il loro estro creativo. Riportiamo qui alcune tra le trasposizioni più riuscite, proprio per illustrare come questo dramma immortale abbia diversamente ispirato ed emozionato.

Il balletto Romeo e Giulietta fu composto da Sergej Sergeevič Prokof’ev nel 1935 su commissione del Mariinsky Ballet. La versione odierna è però il frutto di una profonda revisione avvenuta nei cinque anni successivi. La coreografia è di Leonid Lavrovsky e debuttò a Leningrado nel 1940. Del balletto è memorabile l’ouverture, dai toni oscuri e severi, funesto presagio di morte per i giovani amanti, divenuto celebre anche grazie a spot pubblicitari, che hanno utilizzato il brano come colonna sonora. Tra i balletti di repertorio è sicuramente tra i più famosi e rappresentati. La Scala l’ha portato in scena la scorsa stagione, mentre l’American Ballet Theatre lo proporrà al pubblico di New York dall’ 11 al 16 giugno 2018.

Passiamo al genere teatrale più nazional-popolare del nostro secolo: il musical. West Side Story debutta a Washington nel 1957. Se Romeo e Giulietta è la tragedia delle tragedie, West Side Story è il musical dei musical. Ambientato nella grande mela degli anni cinquanta, la storia racconta dell’amore di due giovani appartenenti a bande rivali tra loro. Rappresentato in innumerevoli adattamenti e teatri del mondo, rimane sicuramente un cult nel suo genere, tanto da crearne un film, vincitore di ben otto oscar.

Vorrei però ricordare anche due fiori all’occhiello prodotti in Italia: Giulietta e Romeo, commedia musicale del 2007, la prima. La colonna sonora è firmata da Riccardo Cocciante, reduce dall’impresa teatrale di Notre Dame de Paris. Pubblicizzato sulle maggiori reti televisive, ha riscosso un buon successo di pubblico e critica. Ho apprezzato in particolare due momenti: l’apertura, d’impatto e musicalmente efficace, un crescendo di rabbia e di vocalità, culminante con l’intervento del Principe; l’incontro tra Romeo e Giulietta, cantato da Mercuzio, le cui parole descrivono bene l’emozione scaturita da uno sguardo, ingenuo ed intrigante, da cui prende vita il vortice conturbante della passione.

Romeo e Giulietta-Ama e cambia il mondo è un’opera musicale creata da Gérard Presgurvic nel 2001. Nella versione italiana la regia viene affidata a Giuliano Peparini e la produzione a David Zard. La maestosità di questo spettacolo è evidente già dagli spazi scelti per le diverse rappresentazioni: l’Arena di Verona e il teatro Linear 4Ciak di Milano, solo per citarne due. Le due famiglie sono caratterizzate da due diversi colori, Rosso per i Capuleti, azzurro per i Montecchi. Anche gli abiti di scena rispecchiano questa distinzione cromatica, creando un effetto ottico d’impatto notevole. Un nuovo tour nazionale è stato annunciato nei mesi scorsi: la compagnia sarà al Teatro Arcimboldi di Milano dal 12 al 14 ottobre. Se non avete ancora avuto occasione di assistere a questo spettacolo, fatelo, anche solo per ascoltare dal vivo il brano “Ama e cambia il mondo”: una dichiarazione d’amore struggente e appassionata che suggella l’unione segreta e mortifera tra Giulietta e Romeo.


 

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