L’amore liquido della modernità

Vivere un’esperienza amorosa nella società moderna e tentare di racchiuderla in una dinamica relazionale dai contorni definiti o in categorie sempre riconoscibili è diventato un compito piuttosto difficile. Le relazioni sentimentali appaiono sempre più proiettate verso una accelerata articolazione e tendono, nella loro libera ricerca espressiva, a sfuggire alle facili e tradizionali classificazioni comuni riguardanti il rapporto tra i sessi.

A parte qualche eccezione, fin dall’Antichità il sistema politico e sociale ha garantito lo sviluppo e l’ordine collettivo all’interno di una rigida definizione di ruoli e tramite istituzioni quali il matrimonio, la coppia inseparabile, la famiglia patriarcale. Oggi, al contrario, si avverte la netta sensazione di essere approdati, con la modernità e post-modernità, a un arcipelago di isole continuamente modificabili nei loro perimetri esistenziali.

È una metafora che richiama il pensiero del filosofo polacco Zygmund Bauman, il quale ha espresso con maggiore intensità questa percezione della Società e dell’uomo in quella che lui definisce “modernità liquida”. Egli, infatti, descrive la caratteristica peculiare della nostra età contemporanea come l‘essere instabile e mutevole in ogni sua forma organizzativa, familiare e relazionale.

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L’uomo senza solidi legami di Bauman è l’individuo che, dalla seconda metà del ‘900 e in particolare a partire dalla generazione Y dei millennials (i nati dopo il 1980), si è avventurato in un terreno di grande ambivalenza della relazione umana. Da una parte, vi è la tendenza a instaurare relazioni durature per il bisogno congenito di aggregazione e di argine alla solitudine. Contemporaneamente, dall’altra, tale necessità si scontra col timore degli individui di restare ingabbiati in relazioni troppo stabili che limitino la propria libertà individuale.

I rapporti umani si sono quindi liquefatti, non in termini di sparizione, ma in una sorta di metamorfosi che li conduce all’allentamento e alla dilatazione. Egli li rappresenta come specchio di un adattamento che riflette il modello dei bisogni e dei desideri momentanei del nostro sistema consumistico. Rispetto al passato, ognuno è molto più libero e autonomo di ricercare e sperimentare nuove forme di relazione per uscire dalla propria solitudine. Il senso di una relazione stabile di coppia, per esempio, richiede impegno e continuo investimento: non è forse meno conveniente di un incontro occasionale o un legame libero?

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Bauman ci presenta le nuove categorie dell’individuo post-moderno rappresentate da alcune figure esistenziali simboliche. La prima è il pellegrino dell’esistenza, ormai raro, legato a principi e decisioni difficili a cui si attiene a dispetto di tutto. Più diffusa è la figura del turista, che affronta la vita su piccole partiture e progetti a breve durata, la cui libertà è l’inconsistenza. Altri ancora percorrono le vie dell’esistenza con il carattere del vagabondo. Essi trovano inospitale il mondo come una palude, ma non riescono a spiccare il volo.

Tali personaggi, i quali vivono una libertà di scelta determinante per il destino individuale, si devono confrontare con la fragilità dei legami affettivi. Inoltre, si sono affermate relazioni che fanno sempre più riferimento a “connessioni”, tramite le nuove tecnologie e i social network, che ci permettono di comunicare con chi vogliamo e quando lo decidiamo. In una rete digitale, infatti, le connessioni tra due o più individui avvengono su richiesta e possono essere interrotte in qualsiasi momento. A differenza delle relazioni di un tempo, definite serie o indissolubili, prendono spazio quelle virtuali, nella loro magnetica, fatale attrazione di semplice fruibilità. Slegati da tutto il contesto reale, si è connessi in ogni momento su WhatsApp, Facebook, Twitter o altri social network che trasportano istantaneamente nell’imbuto dell’estrema perdita della dimensione fisica di uno scambio amoroso.

Così come Robert Musil, nella prima metà del secolo scorso, tratteggia ne L’uomo senza qualità il ritratto perfetto dell’uomo moderno alla ricerca di una identità durevole, il protagonista di Bauman è l’uomo post-moderno senza legami fissi e permanenti. Nello scenario di vita moderna la relazione umana è rappresentata dall’ambiguità di voler instaurare rapporti e legami di cui ci si può disfare in qualunque momento.

Cosa scegliere, quindi, tra una relazione stabile, e la fatica di costruirla e mantenerla, e un legame libero con la facilità del disimpegno? Bauman non prende posizione ma, da filosofo e sociologo, osserva i comportamenti relazionali come oggetto di studio e di fenomeno post-moderno attraverso una attenta analisi dei rischi e delle paure che si estendono nelle nuove scelte di convivenza.

Sempre più svincolata da obblighi e convinzioni moralistiche, la società moderna così liberata non garantisce nessuna promessa di fedeltà alla relazione. L’abbandono delle convenzioni sociali, fenomeno indubbiamente positivo, favorisce la libertà di scelta, ma ha trascinato l’amore nel regno dell’incertezza e dell’insicurezza. In ogni relazione amorosa la promessa di fedeltà diventa imponderabile nel lungo termine.https://i0.wp.com/www.valentinalucialarosa.it/wp-content/uploads/2017/01/idont-header1-664x374.jpg?resize=515%2C290

Di fronte a questi scenari aperti, l’atteggiamento dell’individuo comune analizzato da Bauman è quello di minimizzare i rischi e scegliere di instaurare nuovi tipi di relazioni meno impegnative come la convivenza, le coppie aperte, i friends with benefits o le relazioni virtuali. Forme più o meno sentimentali facili da interrompere nel momento in cui si affaccia un nuovo oggetto del desiderio o meno traumatiche da superare nel caso in cui il partner metta fine alla relazione. Si tratta di una filosofia che richiama il nostro sistema economico consumistico e che rende la condizione amorosa un investimento di opportunità di cui si può scegliere il diverso grado: basso, medio o alto rischio. Un estremo paradosso che si identifica nella “relazione tascabile”, ovvero a portata di mano quando serve, intrapresa per convenienza e caratterizzata dall’istantaneità e da un repentino smaltimento.

Di fronte a una situazione di questo tipo, realistico e per alcuni aspetti profondamente pessimistico, quali considerazioni, oltre a quelle di un neutrale opportunismo, possono ridare valore all’impegno di una vera esperienza amorosa?  

Sia il desiderio sia l’amore hanno la necessità di essere ʻcuratiʼ ma, a lungo andare, è l’amore che chiede di preservare reciprocamente l’oggetto di cui si prende cura. L’amore richiede tempo ed energia. Nella società moderna di oggi, circondati da continue opportunità, facili obiettivi e passioni “usa e getta”, siamo trascinati nel vortice della liquidità. Le nostre energie, sedotte, spesso ingannate da modelli inautentici e sopraffatte dal nostro ego, faticano a spingersi sul sentiero impervio della dedizione e del coraggio amoroso.

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Come sostiene Bauman, oggi ascoltare chi amiamo, dedicare il nostro tempo all’altro nei momenti difficili, andare incontro ai suoi bisogni prima dei nostri, è diventato troppo difficile o superfluo. Diventa più facile acquistare regali in un negozio, da sostituire alla nostra mancanza di attenzione, disponibilità, comprensione. Tuttavia, possiamo comprare tutto, ma non l’amore.

«L’amore ha bisogno di essere ri-generato, ri-creato, e resuscitato ogni giorno.»  

Z. Bauman

 


FONTI

Zygmunt Bauman, Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi., trad. S. Minucci, Laterza. Bari

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