Funny Fashion: la moda si colora di infanzia tra peluche e cartoons

L’infanzia è da sempre considerata come l’età edenica per eccellenza. Ingenuità, fervida immaginazione e spensieratezza occupano la vita del bambino isolandolo nel suo mondo fantastico. E questo è, in un certo senso, ciò che fa la moda. Rinnovata infanzia per adulti, la moda sa creare una parentesi temporale nel passare degli anni, facendoci sentire come un bimbo con un giocattolo nuovo.

A rafforzare il rapporto tra moda e infanzia contribuiscono numerosi elementi e trend fanciulleschi quali i cartoni animati, iconiche bambole, o l’immancabile orsetto di peluche. Per questo numerosi brand, da Moschino a Dolce & Gabbana passando per Gucci, hanno scelto di dare un tocco di giocosità alle loro collezioni, infondendovi uno spirito da Isola Che Non C’è per eterni Peter Pan.

Enfant per eccellenza è sicuramente Jeremy Scott, che per Moschino ha resuscitato vecchie campagne pubblicitarie dei My Little Pony, dal profumo di plastica alla fragola degli anni ’80, facendole rivivere su mini backpack e tshirt dai colori pastello. C’è Barbie, cotonata, impeccabile, modella – bambola a cui generazioni e generazioni di donne si ispirano come ideale estetico. C’è anche l’irriverenza dei Looney Tones, o i colori accesi del logo McDonald’s, che riportano a momenti lontani dove andare al fast food era una festa e non una consuetudine.

Altri appassionati di questo mondo (non) perduto sono Dolce & Gabbana, che hanno realizzato una serie di accessori di peluche. Dalle borse a forma di leopardo, alle felpe con cappucci dalle teste imbottite di cotone, l’infanzia Dolce & Gabbana è quella del bambino che gioca con pupazzi della Trudi, è lussuosa e appariscente, è quella favola da cartolina di Natale di famiglie felici e giocattoli costosi.

Diversa dalle altre è invece l’infanzia vista da Alessandro Michele, che per la Gucci Cruise 2019 ha scelto un approccio più nostalgico e gotico. Orsetti di peluche pendono dalle mani di novelle Morgane, incantatrici di anime nella notte di Arles, e hanno il tono macabro di qualcosa che si è perso per sempre.

L’influenza dell’infanzia nella moda è più grande e rilevante di quanto si possa immaginare, perché cos’è la moda se non la ritrovata fanciullezza dell’adulto? La stessa creatività e immaginazione che il bambino mette nel gioco si ritrovano nel vestirsi dell’uomo, così come le stesse gioie del giocattolo nuovo si riprovano nel comprare un accessorio tanto desiderato. Non è frivolezza, tutt’altro. Così come i sentimenti del bambino sono puri e veri, così anche la moda è in grado di donare le medesime emozioni. Il bambino comprende il mondo attraverso il gioco, l’uomo invece, scopre la bellezza e l’estetica attraverso la moda, in un ciclo di crescita e curiosità intellettuale che non si esaurisce mai.

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