Trump e Cattelan: una faccenda molto delicata

Si è già parlato di Maurizio Cattelan, delle sue opere irriverentemente sarcastiche e dei suoi progetti provocatori in questo articolo.

Da “La nona ora”, in cui, nel 1999, Cattelan raffigura Papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite (scultura usata poi nella famosa sigla di The Young Pope) si passa ad “Him”, la statua di Adolf Hitler in ginocchio che commosso prega, nel 2001 e, nel 2010, a “L.O.V.E” (la scultura a forma di mano con il dito medio alzato, situata davanti al Palazzo della Borsa di Milano).

Finendo poi ad “America” nel 2016, un gabinetto d’oro massiccio 18 carati, esposto al Guggenheim di New York e più precisamente collocato nei bagni unisex del museo, proprio per essere “provato” direttamente dagli spettatori.

Nel Settembre del 2017 si torna a parlare di Cattelan e stavolta più attualità che per arte.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha chiesto in prestito al Guggenheim un dipinto di Vincent Van GoghLandscape with snow”, Paesaggio con la neve, del 1888 dipinto durante il soggiorno ad Arles, in Francia.

Anche Obama, in passato, aveva chiesto in prestito opere di Rothko e Jasper Johns per abbellire la Casa Bianca.

Ma mentre Obama era riuscito a ottenere ciò che aveva richiesto, la risposta di Nancy Spector, la curatrice del museo, a Trump ha lasciato spiazzati.

Infatti Washington Post riporta che non solo Nancy ha rifiutato di concedere in prestito il dipinto di Van Gogh perché troppo fragile, ma ha anche fatto una controfferta: “America”.

“Qualora il presidente e la First Lady fossero interessati ad installarla nella Casa Bianca, l’artista sarebbe disposto a concedere l’opera per un prestito a lungo termine. Si tratta di un pezzo di gran valore ed estremamente fragile, ma ci occuperemo noi della manutenzione”

risponde Nancy Spector a Donna Hayashi Smith, responsabile delle opere della Casa Bianca.

Lo stesso Cattelan, intervistato da Washington Post, ha affermato quasi ironicamente: “è una faccenda molto delicata”.

Continuando poi alla domanda sui motivi che lo hanno spinto ad offrire la sua opera a Trump “qual è il punto della nostra vita? Tutto sembra assurdo fino alla morte, e a quel punto trova tutto un senso”.

C’è chi nelle parole di Nancy, che aveva criticato in passato Trump, legge uno stretto collegamento con il senso dell’opera: la disuguaglianza economica e l’ ostentata ricchezza da parte dell’America.

C’è, invece, chi non trova alcun pizzico di malizia nella parole di Nancy: infatti la passione di Trump per gli oggetti d’oro non è mai stato un segreto.

La Casa Bianca non si è ancora espressa sulla questione.

D’altra parte “è una faccenda molto delicata”.



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