READING TIPS – THI BUI, IL NOSTRO MEGLIO

Reading Tips è il nuovo format di consigli letterari de Lo Sbuffo. Propone recensioni, stroncature, nuove uscite e autori emergenti.

Thi Bui ha origini vietnamite, ma oggi, grazie alla coraggiosa decisione dei genitori di lasciare il loro paese devastato dalla guerra, vive negli Stati Uniti, dove insegna in una scuola pubblica. Con Il nostro meglio, sua prima pubblicazione assoluta, da subito best seller negli USA, ripercorre la storia della migrazione della sua famiglia, la storia di suo padre e di sua madre, e in qualche modo anche la propria.

Edito da Mondadori per Oscar Ink, Il nostro meglio, non a caso, è stato definito un memoir in forma di graphic novel. Ben lungi dal presentare una mera serie di ricordi di una vita, di un singolo o di un intera famiglia, l’opera di Thi Bui sfuma nella ricerca e assume un valore testimoniale amplissimo, che spazia dalla cronaca della situazione vietnamita negli anni ’70, all’indagine sulla migrazione, fino al dipinto in chiave diaristica dell’insicurezza, del dubbio che tormenta, che l’autrice associa alla decisione di lasciare il proprio paese, così come alla maternità.

Thi Bui, Il nostro meglio, Mondadori Oscar Ink, 2018.

È proprio la maternità che ispira la stesura della graphic novel, e che, emblematicamente, la apre. La prima immagine che l’autrice sceglie di presentare al lettore è infatti quella di un travaglio, del suo travaglio, e del momento in cui dà alla luce suo figlio. Il momento in cui capisce cosa significhi essere genitore e inizia ad avvertire il bisogno di comprendere maggiormente sua madre e suo padre. Con Il nostro meglio, Thi Bui mette su carta, per immagini e parole, l’infanzia durissima del padre e quella tormentata della madre, la loro adolescenza contrastata, l’importanza dell’istituzione scolastica e della formazione culturale nella vita di entrambi, fino al momento del loro incontro, al matrimonio e alla nascita dei primi figli. E alla decisione di lasciare il Vietnam. Diventare madre permette all’autrice narratrice di porre le giuste domande ai genitori e di scavare nella loro esistenza per ricostruire la genesi di una scelta che ha avuto conseguenze enormi sulla vita dell’intera famiglia. Una scelta obbligata in realtà, se a quella famiglia si desiderava garantire un’esistenza, possibilmente dignitosa.

Attraverso la conoscenza dei genitori e l’indagine sul trauma che l’intera famiglia ha vissuto, Thi Bui va alla ricerca della sua stessa identità; un’identità segnata dalla consapevolezza di non appartenere alla sua terra natia, e nemmeno agli Stati Uniti. Un’identità complessa, fluida, cui la maggiore comprensione del passato diventa funzionale per la costruzione di una nuova vita. E propone una lettura profonda e necessaria dell’immigrato e del fenomeno migratorio.

Con Il nostro meglio, Thi Bui cerca di rispondere a molte domande: si interroga sulla propria storia, si chiede cosa voglia dire lasciare la propria casa per fuggire da una guerra, cosa significhi fare un salto nel vuoto mettendo a rischio la propria vita e quella dei propri figli, quanto coraggio sia necessario per garantire almeno una possibilità di buona vita ai bambini che si sono messi al mondo. Nel farlo dipinge dei personaggi vivissimi e delle situazioni quotidiane reali. Un padre segnato profondamente da un’infanzia traumatica, chiuso e autoritario, anaffettivo nei confronti dei propri figli; una madre coraggiosa come poche, che si fa carico dei fantasmi del marito e trova il modo di elaborare i propri. E costruisce un’opera memorabile.


FONTI

Thi Bui, Il nostro meglio, Mondadori, Oscar Ink, 2018.


CREDITS
Copertina by Lo Sbuffo
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