NOVITA’ DALL’EDITORIA: IL PREMIO CALVINO 2018!

Il 22 maggio, a Torino, si sono svolte le premiazioni del Calvino, competizione per esordienti che quest’anno è approdata alla sua trentunesima edizione. La sua istituzione, infatti, risale al 1985, anno della scomparsa di Italo Calvino, per volontà di amici ed estimatori dello scrittore come Natalia Ginzburg, Lalla Romano, Norberto Bobbio e Cesare Segre. Questo gruppo di scrittori instituì questo premio con l’intento di proseguire il lavoro di editor che Calvino avevo svolto per molti anni presso l’Einaudi e l’orientamento del premio stesso verso i nuovi scrittori esordienti ricalca l’attività di talent scout che ha caratterizzato il suo lavoro editoriale. Lo spirito di questo premio, quindi, è permeato dalla volontà pura e disinteressata di continuare il lavoro di un grande scrittore nel contribuire alla ricerca di nuovi talenti per l’editoria italiana. I vincitori, infatti, spesso vedono la pubblicazione della propria opera sia presso case editrici indipendenti che presso grandi marchi come Einaudi, Feltrinelli e Mondadori: il premio è tutt’oggi un appuntamento immancabile per i maggiori talent scout ed editor della Penisola.

Il premio è indirizzato ad opere prime e inedite di narrativa e i criteri che orientano la giuria sono la qualità della scrittura e l’emergere, all’interno delle opere concorrenti, di nuove tendenze, privilegiando così gli aspetti di novità. Il premio è molto democratico essendo aperto (non è necessario aver già pubblicato per poter partecipare) a tutti e la giuria varia ogni anno pur rimanendo composta principalmente da scrittori e giornalisti, come in quest’edizione che vedeva come giurati Teresa Ciabatti, Mariapia Veladiano, Vanni Santoni, Maria Teresa Giaveri e Luca Doninelli.

Quest’anno la giuria, che nel giorno della premiazione era accompagnata anche da Massimo Bray, Direttore generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, ha proclamato vincitore Filippo Tapparelli, classe 1974, studi svolti nell’ambito della letteratura inglese e ora impiegato in un’azienda metalmeccanica veneta, che aveva presentato l’opera intitolata L’inverno di Giona con questa motivazione:

“Nel testo, con stile rarefatto, un allucinato mondo mentale si trasforma in un mondo fisico insieme minuziosamente reale e sottilmente simbolico. Un potente e struggente giallo analitico in cui la verità si sfrangia in tanti rivoli, toccando i temi della colpa, del castigo, del bisogno umano di riconoscimento.”

Oltre al vincitore, la giuria ha concesso due menzioni speciali a Il Grande Vuoto di Adil Bellafqih per la capacità di mescolare diversi generi e avere uno sguardo radicale, e a Il Faraone di Riccardo Luraschi per lo sguardo inedito verso la storia italiana degli ultimi venticinque anni.

Inoltre, da qualche anno, il Premio Calvino collabora con l’enciclopedia Treccani e le due istituzioni conferiscono un premio ad un’opera che si distingua per originalità linguistica e creatività espressiva, che quest’anno è stato assegnato a Sinfonia delle nuvole di Giulio Nardo, con la seguente motivazione:

Per la capacità di trovare nella linearità e nella precisione una personale cifra di libertà, attraverso l’adozione di una lingua che piegandosi allo svolgersi del racconto, lontana dalla tentazione di virtuosismi ma allo stesso tempo mai placida, rimane creativa e imprevedibile, capace, attraverso un’accorta differenziazione dei registri lessicali, di portare il lettore dentro il romanzo accompagnandone la lettura in un equilibrio dinamico fra trama e parola.”

Non resta che aspettare la pubblicazione di queste opere di narrativa e confrontarci, anche noi, con le novità più accattivanti del panorama editoriale.



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