L’Apollo di Veio

La storia e la cultura italiana possono da sempre vantarsi della grande eredità lasciata dall’età antica e uno dei massimi capolavori che ancora oggi possiamo ammirare è il famoso Apollo di Veio.

L’Apollo di Veio venne ritrovato nel 1916 e venne identificato il tempio di Minerva come sua sede originaria. Veio fu la città nemica della Roma ancora romulea in quanto importante centro etrusco. Essendo precedente all’arte romana canonica, l’Apollo di Veio rappresenta quella che deve essere stata una delle più importanti strutture religiose etrusche di stampo tuscanico.

L’autore dell’Apollo di Veio fu Vulca, celebre artista ricordato da Plinio il Vecchio nella massima opera Naturalis Historia (capitolo 35), che realizzò la statua in terracotta dipinta sul finire del VI secolo a.C. La scultura è curata nei minimi dettagli e particolare è la resa data in quanto le proporzioni rispondono alla necessità visiva di una statua che probabilmente fu posta in maniera angolare. La figura dell’Apollo, fiero Dio del Sole, si presenta in dimensioni naturali e rivela tutta l’influenza greca e religiosa della cultura etrusca.

Apollo si presenta come un dio giovane e coraggioso, pronto alla guerra e alle sfide. Il sorriso iconico della statua è riconducibile all’essere sfrontato e senza timore tipico dell’età giovanile, esprimendo la propria forza non solo divina ma anche umana. Per questo particolare sorriso, l’Apollo di Veio viene normale indicato come uno dei primi esempi cronologici del riso nell’arte, ricondotto poi ad artisti come Leonardo da Vinci (basti pensare alla Gioconda) ed Antonello da Messina. Dopo un’importante intervento di restauro (eseguito dal 2002 al 2004), a cura della Soprintendenza Archeologica dell’Etruria Meridionale, oggi possiamo ammirare l’Apollo di Veio presso il Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma.

Se vuoi leggere di un altro grande classico dell’arte, qui l’articolo su Bartolomé Esteban Murrillo.

 

 


FONTI

Sante Guido, Il restauro conservativo della statua acroteriale in terracotta dell’Apollo di Veio, 2004

Beniculturali

Apollodiveio

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