Avengers: Infinity War, approdo di un viaggio durato 10 anni

Attesi, sofferti, sognati: gli Avengers si riuniscono, forse, un’ultima volta segnando in qualche modo la conclusione di un percorso iniziato 10 anni fa. Infinity War è l’approdo di un viaggio che ha avuto inizio con il primo Iron Man (2008), film dal successo inimmaginabile che segnò per sempre i Marvel Studios classificandoli come i principali produttori di Hollywood. Il crossover più ambizioso mai realizzato: molteplici linee narrative che si intrecciano perfettamente riunendo tutti i personaggi in un unico mondo. I fratelli Russo muovono nuovamente le fila di questo Universo amalgamando la comicità alla frenesia delle battaglie, piccole parentesi emotive all’imprevedibilità della storia.

Ad un’attesa così prolungata non potevano che rispondere con un villan degno del suo nome: Thanos (Josh Brolin), un Titano spietato disposto a sacrificare metà dell’universo per mantenere ciò che lui definisce l’equilibrato prosperare della vita. Deciso a recuperare le Gemme dell’Infinito si unisce all’Ordine Nero distruggendo qualsiasi cosa o persona lo intralci nel suo ambizioso piano. Saltando dallo spazio alla Terra ritroviamo quegli Avengers che, dopo Captain America: Civil War, avevano fatto perdere le proprie tracce. Gruppi improvvisati iniziano a crearsi, non sempre con grande entusiasmo, per far fronte alla più grande minaccia che abbiano mai affrontato. Fanno il loro ingresso al fianco dei Vendicatori nuovi eroi come Spider-Man, Black Panther, Wanda e i Guardiani della Galassia. 

Ciò che è evidente fin da subito è chi sia realmente al centro dell’intera storia. L’antagonista diventa protagonista: una nuova prospettiva dalla quale vengono presentati i fatti permette al pubblico di riflettere su ciò che sia giusto e sbagliato secondo un punto di vista completamente diverso. I due registi non esitano a mostrare “ciò che sta dietro” le decisioni di Thanos, ne evidenziano i punti deboli esplorando la sua espressività in modo estremamente maniacale. L’atrocità che è disposto ad infliggere all’intero universo non è semplice desiderio di distruzione, ma nasce da un ragionato disegno che vede questa come la sola possibilità per salvare l’universo stesso. L’apatia del personaggio è pura apparenza che nasconde una nascosta, ma profonda sensibilità. 

La guerra è guerra. Violenta e crudele, senza alcuna eccezione. Tuttavia non mancano piccole dimensioni di intimità che rendono ancor più inaspettato il clamoroso finale. La trama è così travolgente da arrivare a distogliere l’attenzione da effetti speciali ineccepibili; così perfettamente realizzati da inserirsi nel film silenziosamente permettendoti di non distogliere l’attenzione dalla storia. 

Il finale toglie il fiato, tramortisce e lascia un vuoto come mai nessun opera Marvel aveva mai creato. In fondo, si parlava di resa dei conti e proprio questo ci è stato dato. Un epilogo degno e consapevole: ogni personaggio ha i suoi minuti di gloria, la possibilità di dare un ultimo saluto o di dimostrare le proprie capacità. 

Avengers: Infinity War non è solo un film estremamente ambizioso, è un film riuscito. Capitolo finale di una serie destinata a rimanere nella storia del cinema contemporaneo. Piangerete, rimarrete senza fiato, riderete e salterete sulla poltrona. Una bomba d’emozioni vi esploderà letteralmente addosso nella consapevolezza che, tutti noi, aspetteremmo volentieri altri 10 anni per un finale come questo.

Avviso importante per chi non avesse ancora visto il film: UN VERO FAN MARVEL RIMANE IN SALA FINO AI TITOLI DI CODA!


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.