Dal Cairo a Cape Town in bicicletta: il Tour d’Afrique

Quando sul finire del XIX secolo Cecile Rhodes progettava di collegare gli estremi coloniali di sua Maestà attraverso una colossale rete ferroviaria, mai avrebbe immaginato che cento anni più tardi il suo progetto incompiuto sarebbe stato realizzato in sella ad una mountain-bike: il Tour d’Afrique, giunto alla sua sedicesima edizione, collega oggi Egitto e Sud Africa attraverso un percorso mozzafiato di 12.000 km, interamente percorsi in bicicletta.

Nato nel gennaio del 2003 dalla geniale visione di Henry Gold – fondatore e direttore dell’ente organizzatore, TDA Global cycling – il tour attraversa 10 paesi africani per un totale di 119 giorni. Fu sempre nel 2003 che lo stesso Gold guidò il gruppo di 33 ciclisti che portarono a termine l’impresa per la prima volta, stabilendo al contempo il nuovo Guinness World Record per la traversata più rapida e non motorizzata del continente africano.

Fu così che guadagnandosi ben presto il riconoscimento dei ciclisti di tutto il mondo, nel giro di pochi anni il Tour d’Afrique venne inserito a pieno titolo nella lista dei cosiddetti 7 epics”, sette traversate continentali che nel complesso attraversano più di 50 stati e coprono una distanza complessiva di circa 72.000 km.

Il percorso: sulla base di continui perfezionamenti e ritocchi – alcuni voluti, altri obbligati dalle mutevoli dinamiche geopolitiche del continente africano – il percorso sembrerebbe aver raggiunto oggi la sua conformazione definitiva: dopo aver preso il via sotto lo sguardo severo della Sfinge egizia, le piramidi di Giza si congedano lasciando spazio alle coste del Mar Rosso e alle rive del Nilo e facendo ingresso in territorio sudanese; l’aridità del deserto viene poi velocemente contrastata dalle verdi vallate etiopi e dalla valle Omo, culla dell’umanità. Qualche pedalata a cavallo della linea equatoriale in direzione del più occidentalizzato Kenya e il percorso conduce fino alla capitale Nairobi e quindi ancor più giù, costeggiando la sagoma del Kilimanjaro, fino alla Tanzania. Dopo una sosta di 3 giorni il tour riprende alla volta del Malawi per poi tagliare orizzontalmente in due lo Zambia, fiancheggiando le rive dello Zambezi, fino al cospetto delle maestose cascate Vittoria.

L’ultimo mese viene speso interamente nell’estremo meridione africano: il tragitto all’interno del Botswana offre la straordinaria possibilità di viaggiare affiancati da gruppi di elefanti, per poi sconfinare nella cosiddetta “gemma nascosta dell’Africa”, la Namibia, con i suoi aridi ma entusiasmanti panorami desertici e i tristi ricordi della dominazione coloniale tedesca. Sulle tracce del fiume Senqu i ciclisti fanno poi il loro ingresso nel decimo ed ultimo paese, il Sud Africa, terra di incredibile bellezza e dai caratteri contrastanti. Il viaggio termina nel pittoresco porto della splendida Città del Capo e fa da sfondo alla premiazione l’imponenza della Table mountain in lontananza.

Un’occhiata al portafoglio: se a prima vista il costo dell’esperienza potrebbe far allontanare molti aspiranti partecipanti (la cifra si aggira attorno ai 16.000$), è necessario tenere in considerazione tutto ciò che offre il pacchetto per comprendere la motivazione di una cifra così elevata: basta ricordare difatti le 118 notti in camping, i 140 pasti preparati giornalmente o gli 89 pranzi al sacco, senza citare l’innumerevole lista di servizi offerti durante il percorso che vanno dal servizio medico all’assistenza meccanica, dal trasporto bagagli al pagamento dei permessi per attraversare particolari aree naturali.

Per chi dispone poi di un portafoglio meno sostanzioso e/o di un periodo di tempo meno esteso, l’organizzazione offre la possibilità di percorrere anche solo una delle 7 sezioni in cui viene suddiviso il tour: così facendo i costi si abbassano decisamente, attestandosi attorno ai 2000-2500$ a sezione.

Solidarietà: va infine ricordato che il tour nasce dal tentativo del fondatore – un tempo dipendente di diverse ONG attive in Africa – di incentivare l’utilizzo della bicicletta come mezzo alternativo nei paesi africani, ed è per questo che la quota di partecipazione comprende l’acquisto e la donazione di una bicicletta a nome del partecipante. Si calcola che fino ad ora siano state donate più di 2300 biciclette in 8 diversi paesi africani e che, sulla base delle numerose donazioni che l’organizzazione riceve, lo staff abbia dato vita ad un progetto parallelo in India.

 


 

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