Enrico Mattei: il self-made man italiano

Enrico Mattei nacque il 29 aprile del 1906 ad Acqualagna, nelle Marche, da una famiglia di modestissime condizioni economiche. Abbandonata la scuola, si spostò a Matelica, dove nel 1922 lavorò per la conceria Fabretti, facendo una brillante carriera. Ma la fabbrica chiuse nel 1929 ed Enrico decise allora di partire per Milano. Qui lavorò in due importanti aziende, Max Meyer e Lowenthal, che gli consentirono di fare un balzo professionale incredibile. Nel 1934 così si mise in proprio e aprì la I.C.L. (Industria Chimica Lombarda), che si occupava di prodotti per industrie conciarie. L’azienda ebbe grande successo e, una volta sistemato dal punto di vista economico, decise di sposare una ballerina viennese, Greta Paulas, da cui però non ebbe mai figli.

Mattei simpatizzò inizialmente per il fascismo, salvo poi prenderne le distanze con la guerra. Entrò nella Resistenza occupandosi per lo più di logistica per la ricostituita Democrazia Cristiana, diventando presto un elemento fondamentale per il partito.

Per questo motivo il 28 aprile 1945 la Commissione centrale per l’economia lo nominò commissario straordinario dell’Agip (Azienda Generale Italiana Petroli). La compagnia navigava in pessime acque dato che i risultati nella ricerca petrolifera erano stati piuttosto scarsi. Il compito affidato a Mattei era quello di procedere alla sua liquidazione, Ma il nuovo commissario straordinario si convinse presto della possibilità di un rilancio dell’azienda statale. Ciò fu dovuto alla scoperta dell’esistenza di un pozzo di metano a Caviaga, nel Lodigiano. I risultati furono presto visibili a tutti. La produzione cresceva senza sosta, e con essa il prestigio dell’Agip.

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Il cane a sei zampe, simbolo dell’Agip

La svolta però si ebbe il 10 febbraio 1953 con la fondazione dell‘Eni (Ente Nazionale Idrocarburi), di cui Mattei fu nominato presidente. Lo scopo era la ricerca e lo sfruttamento delle risorse petrolifere. La nuova azienda statale si distinse per metodi moderni e per un personale altamente qualificato. Il suo presidente infatti era un grande comunicatore e un carismatico leader, convinto nella missione di dare la piena autosufficienza energetica all’Italia.

In ambito internazionale invece si presentarono sfide assai più ardue. Il petrolio era nelle mani delle grandi Multinazionali, chiamate “sette sorelle”, che lo guardavano con diffidenza e preoccupazione a causa dei i suoi metodi “rivoluzionari”. Uno di questi era il lasciare al paese produttore di petrolio il 75% degli introiti, prendendosi il 25% per sé, e farlo partecipare direttamente ai processi produttivi. Così facendo, l’Italia instaurò rapporti con tutti quei paesi che aspiravano ad una maggiore autonomia. Accordi vennero stipulati con il Medio Oriente, ma anche con paesi del nord Africa, come l’Algeria e Tunisia. A ciò si aggiunse nel 1958 un’intesa con l’unione Sovietica che portò l’Italia ad importare numerose quantità di greggio. Tutti questi rapporti comportarono ovviamente l’aumentare dei nemici e delle minacce nei suoi confronti.

Proprio per questo l’evento più enigmatico fu la sua morte. Mattei si recò il 27 ottobre 1962 in Sicilia per tenere un discorso alla popolazione di Gagliano Castelferrato, dove era stata scoperta una vena di metano. Nel volo di ritorno per Milano però qualcosa andò storto e a Bascapè l’aereo precipitò. Le dinamiche e circostanze non erano affatto chiare. Inoltre il giornalista Mauro De Mauro, che si era occupato del caso, il 16 settembre 1970 sparì dopo aver annunciato di aver importantissime rivelazioni. Dopo molti anni fu finalmente accertato tramite perizie che l’aereo fu vittima di un’esplosione in volo. Sia per l’attentato del 1962 che per la scomparsa di De Mauro la pista più valida è quella mafiosa, anche se i motivi restano ancora ignoti.

Dato che una verità piena ed esaustiva non è ancora stata trovata, la morte di Enrico Mattei divenne il primo grande mistero italiano.

 


FONTI

Carlo Maria Lomartire, Mattei, Mondadori 2015


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