La singolare morte di lord Bacon, caduto per mano di un micidiale frozen pollo

Proprio oggi, 392 anni fa, moriva milord Francis Bacon (1561-1626). Gran cancelliere d’Inghilterra, barone di Verulamio, visconte di Sant’Albano, alfiere della moderna filosofia e scienza.

Di solito quando ci s’immagina la vita di un eminente filosofo, si pensa ad un’esistenza tutto sommato modesta e riservata. Una vita spesa all’insegna della tranquillità e della morigeratezza, fatta perlopiù di lunghe e meditabonde passeggiate fra i canneti, è proprio quello che ci vuole per stimolare il pensiero. Ecco, se questo è mai stato vero per qualcuno, di certo non lo fu per Bacone.

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Francis Bacon

Francis Bacon (o Francesco Bacone, per gli autarchici della lingua italiana) entrò in parlamento a soli ventitré anni, per poi diventare, sotto Giacomo I, Custode del Sigillo Privato e Lord Cancelliere. Fu quindi fregiato del titolo di barone di Verulamio e visconte di Sant’Albano. Agli inizi del 1621 si prospettava dunque una brillante carriera per il giovane Bacone. Non una vita alla Indiana Jones, per carità, però tutto sommato attiva, perlomeno dal punto di vista politico ed istituzionale.

Ma poi la disgrazia. Incominciò accumulando debiti. Nulla di che, capita a tutti. Non fosse che si aggiunsero, nello stesso 1621, varie accuse di corruzione. Ventitré, per la precisione. Per tutta risposta Bacone non negò affatto l’accusa, confermò anzi di aver ricevuto di buon grado i doni. Tuttavia si difese dicendo che questi ultimi non avevano in nessun modo influenzato le sue decisioni istituzionali.

Una difesa curiosa, non c’è che dire, ma certamente indicativa di un certo temperamento filosofico. A questo punto, dopo qualche giorno al fresco (tenete a mente questa parola, “fresco”, perché ritornerà in qualche modo più tardi) venne graziato dal re e scarcerato. Riuscì per un pelo a mantenere i titoli nobiliari, ma il colpo fu durissimo.

Francesco Bacone e i membri del Parlamento nel giorno della sua caduta politica

Fu così dunque che Bacone si allontanò dalla vita politica per dedicarsi interamente alla sue passioni: la filosofia e la sperimentazione. Ma questo tipo di attività si rivelarono se possibile ancora più nefaste.

Durante uno dei suoi esperimenti, infatti, pensò bene di imbottire di neve un pollo. Forse il fresco ne migliorerà la conservazione, pensò. Un’idea geniale in effetti. Basti pensare che il frigorifero sarebbe stato inventato solamente nel XIX secolo. Il problema è che in questo modo si buscò un’infreddatura e morì di lì a pochi giorni. Il 9 aprile, per l’esattezza. Proprio oggi.

E inutile dirlo, non riuscì a trovar pace nemmeno dopo la morte. Fu un continuo susseguirsi di accuse, sospetti, teorie del complotto. Esistono ipotesi d’ogni tipo su Bacone, dalle più ragionevoli alle più strampalate.

Alcuni dicono abbia lasciato in eredità tutto alla servitù. Un cuore d’oro, insomma. Peccato si trattasse perlopiù di debiti. Altri sostengono sia stato in verità lui a scrivere le opere di Shakespeare. Umberto Eco, con la consueta ironia, ha avanzato un’ipotesi ancor più sottile: Bacone scriveva per Shakespeare e Shakespeare per Bacone. Ora sì che tutto torna.

C’è poi chi è fermamente convinto che fosse un Rosacroce. E c’è chi, infine, nonostante a 45 anni Bacone avesse sposato la quattordicenne Alice Barnham, insinua fosse omosessuale e pederasta. Una vita tutto sommato non troppo banale per un filosofo.

 


FONTI

Wikipedia – Francis Bacon

D. Gillies e G. Giorello, La filosofia della scienza nel XX secolo, Editori Laterza, Roma-Bari, 2010

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