Il sogno fantascientifico di Donnie Darko

Sognare è una delle capacità umane più affascinanti e misteriose. Nei sogni avveriamo i nostri desideri più nascosti, creiamo realtà alternative ed eventi straordinari, usando unicamente la facoltà psichica.

Spesso la nostra mente crea dimensioni oniriche così reali da intrappolarci in universi fittizzi, regalandoci risvegli non proprio piacevoli.

Ma cosa succederebbe se questa trappola fosse così intricata da renderci incapaci di distinguere la realtà?

Uno scenario del genere è stato trasportato sul grande schermo da Richard Kelly, regista di Donnie Darko, pellicola del 2001 che ha sconvolto gli spettatori per le notevoli difficoltà interpretative.

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In effetti la possibilità che gli eventi in cui il protagonista viene coinvolto siano frutto di un lungo e confuso sogno è solo una delle tante chiavi interpretative.

Donnie Darko è un ragazzo disturbato, con precedenti di piromania e curiosi attacchi di sonnambulismo. Una notte viene attratto in giardino da una voce appartenente ad un inquietante personaggio, un coniglio gigante che rivela a Donnie che restano quattro settimane alla fine del mondo.
Quella stessa notte avviene uno stranissimo incidente: il motore di un aereo precipita sulla villetta dei Darko, distruggendo la camera del protagonista, che naturalmente non era a letto.

Da questi due singolari episodi prende le mosse una vicenda che non fa che complicarsi passo dopo passo, fino a condurre ad un finale che riporta lo spettatore all’inizio della vicenda, il disastro aereo che questa volta uccide Donnie.

La tesi del risveglio da un sogno lucido, per cui il ragazzo conduce il sogno alla realizzazione delle sue pulsioni impellenti, risulta la più plausibile, ma gli intenti registici sono ben più ambiziosi.

Kelly ha proposto una chiave di lettura che ruota intorno al libro di Roberta Sparrow “La filosofia dei viaggi nel tempo”, scritto fantascientifico che ipotizza un mondo in cui il tempo, venendo corrotto occasionalmente, dà vita a realtà parallele chiamate universi tangenti.

Si tratterebbe di dimensioni temporanee destinate a collassare su se stesse, provocando la distruzione dell’esistenza.

Letta in questo modo la storia di Donnie sembrerebbe quella di un eroe, che tenta di salvare il suo universo tangente con l’aiuto del coniglio Frank, cui rivela che l’unico modo per compiere la sua missione è il suo stesso sacrificio.

Seppur quest’ultima spiegazione sembri essere chiarificatrice, alcuni punti del film rimangono oscuri; dunque, un’interpretazione univoca sembra impossibile.

In ogni caso si tratta di un prodotto artistico di gran livello, degno di esser stimato da tutti gli amanti del cinema fantascientifico e non solo.


 

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