The Alienist: viaggio nella mente di un serial killer

Un viaggio nella mente squilibrata di un serial killer che diffonde il terrore nella New York di fine ‘800 selezionando giovani ragazzi costretti a vendere il proprio corpo in vesti femminili. Ne è protagonista l’alienista Laszlo Kreizler (Daniel Brühl) con la collaborazione dell’illustratore per il New York Times John Moore (Luke Evans) e l’assistente del capo di polizia, Sara Howard (Dakota Fanning). Importanti figure attraverso le quali vengono presentati alcuni dei temi più discussi negli ultimi anni e protagonisti del XIX secolo: metodi innovativi di studio da alcuni visti con sospetto, alcolismo e femminismo. Da riconoscere, in particolare modo, l’importanza della protagonista femminile che rende il duo Kreisler-Moore meno banale rispetto ai canoni cinematografici che si rifanno alla coppia Sherlock-Watson.

Non ancora trasmessa in Italia, la serie televisiva si è conclusa il 26 marzo negli Stati Uniti raccogliendo diverse critiche, ma non tralasciando recensioni positive. L’atmosfera dark ed il macabro scenario sono ben evidenti fin dalla prima puntata ambientata in sconsigliabili quartieri nei quali la prostituzione è all’ordine del giorno, quanto la violenza. Persino il il comando di polizia è dominato dalla corruzione e dall’avidità rendendo quei luoghi apparentemente rassicuranti del tutto affidabili. Affrontiamo anche conflitti interiori dei vari personaggi che lottano contro un passato doloroso e tentano di superarlo, in parte, mettendo anima e corpo in questa indagine.

Non è difficile lasciarsi affascinare dalla cura dei dettagli: dalla scenografia ai costumi, The Alienist è una perfetta ricostruzione storica della New York ottocentesca. Questo ci permette di capir ancor più quanto non basti un buon regista ed un cast stellare per ottenere un risultato soddisfacente. Nulla togliendo alla sceneggiatura ben costruita, sono i dettagli a rendere la serie basata sull’omonimo romanzo di Caleb Carr un discreto successo.

Nel corso di dieci episodi veniamo coinvolti in queste indagini che, pur procedendo per piccoli passi, sembrano portare all’identità del serial killer. Sta proprio in questa sua lentezza accurata l’efficacia di The Alienist. Rivelando il minimo indispensabile ad ogni episodio riusciamo a mantenere l’interesse evitando di cadere nella noia o nell’attesa indispettita. L’identità del killer ci sarà rivelata solamente nell’ultima puntata ma, purtroppo, l’accurata lentezza degli episodi precedenti lascia spazio ad un finale frettoloso. Non viene data alcuna spiegazione delle motivazioni che spingono l’assassino a compiere tali crudeltà, non viene data risposta alla domanda che il pubblico e gli stessi protagonisti si ponevano dall’inizio: cosa spinge la mente umana a compiere tali crudeltà? Sicuramente la scelta è voluta, ma una leggera delusione è inevitabile. Nonostante questo silenzio di fronte alla morte del colpevole, riusciamo a cogliere ciò che ha spinto Sarah a diventare una donna così fredda e indipendente e, ancora, la freddezza del Dr. Kreizler.

The Alienist convince dall’inizio, procede per piccoli tasselli rendendo intrigante la sua trama. L’accelerazione finale, tuttavia, rompe quella “magia” che le puntate precedenti avevano creato. Se si tiene conto dell’importanza maggiore che viene data all’analisi psicologica dei suoi personaggi, piuttosto che a quella effettuata sul killer, allora non rimarrete delusi.


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