Storia di un impiegato di Fabrizio De Andrè pt.1

Storia di un impiegato è il sesto album di Fabrizio De Andrè, scritto insieme a Bentivoglio e Piovani. Il cantautore ha ammesso fin da subito:

“Era la prima volta che mi dichiaravo politicamente e so di aver usato un linguaggio troppo oscuro, difficile, so di non essere riuscito a spiegarmi”.

E in effetti la critica musicale e la stampa hanno accolto negativamente questo concept album del 1973, probabilmente oltre che per la sua originalità anche per la sua difficile comprensione. Eppure attraverso un ascolto attento e approfondito è possibile leggerlo come il racconto della ribellione di un giovane impiegato, che dopo aver intrapreso una via violenta e individuale prende coscienza del bisogno di una lotta comune come quella dei moti del ‘68.

Allora con una finzione un po’ nostalgica prendiamo un vinile di Storia di un impiegato di Fabrizio De Andrè e iniziamo l’ascolto, mentre da fuori si sentono già le urla di qualche manifestazione sessantottina.

Un rintocco di campana, una melodia che si fa sempre più forte e veloce.

“Lottavano così come si gioca
i cuccioli del maggio era normale
loro avevano il tempo anche per la galera
ad aspettare lì fuori rimaneva
la stessa rabbia la stessa primavera”

1968. Studenti ribelli in lotta nelle strade, nelle piazze. Un giovane impiegato non prende parte a queste manifestazioni, ma li osserva da lontano
  1. Canzone del maggio

“Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio”

A cinque anni di distanza l’impiegato riascolta un canto del maggio francese del ‘68. È una canzone di accusa, verso coloro che non hanno partecipato alla lotta, anche se in realtà tutti ne erano coinvolti. Ma è l’ultima strofa a risvegliare il giovane impiegato:

“E se credete ora
che tutto sia come prima
[…]
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte”

La rivoluzione non si è spenta del tutto, ma anzi è appena ricominciata.

La libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix. Come nel quadro anche nell’album Storia di un impiegato la libertà è posta al centro.
  1. La bomba in testa

L’ascolto del canto del maggio francese ha mosso un conflitto interiore che turba il nostro impiegato.

“eppure i miei trent’anni erano pochi più dei loro
ma non importa adesso torno al lavoro.”

Vive il conflitto di trovarsi a cavallo tra la giovinezza ribelle e la vita adulta borghese. Sceglie di intraprendere una via alternativa e individuale: non segue né la lotta comune, né le regole già stabilite, combatterà da solo contro i potenti.

  1. Al ballo mascherato

L’impiegato sogna di far saltare in aria le maschere del potere borghese: la religione, la cultura, la politica e la famiglia, prima però le smaschera mostrando a tutti la loro ipocrisia.

“E l’esplosivo spacca, taglia, fruga
tra gli ospiti di un ballo mascherato,
io mi sono invitato
a rilevar l’impronta dietro ogni maschera che salta”.

Evening on Karl Johan Street.jpg
Anche Munch rappresenta i borghesi come individui mascherati, nel dipinto Sera sul viale Karl Johan.
  1. Sogno numero due

Nel secondo sogno dell’impiegato a parlare è il giudice di un tribunale, che accusa l’impiegato di aver giudicato e ucciso i potenti per la sua stessa brama di potere.

“E se tu la credevi vendetta
il fosforo di guardia
segnalava la tua urgenza di potere
mentre ti emozionavi nel ruolo più eccitante della legge
quello che non protegge,
la parte del boia”.

Caravaggio - David con la testa di Golia.jpg
Secondo recenti interpretazioni il quadro Davide con la testa di Golia di Caravaggio è un doppio autoritratto da giovane e da adulto del pittore: boia di se stesso come l’impiegato di De Andrè.
  1. La canzone del padre

Nel terzo sogno il giudice concede all’impiegato di prendersi la vita di suo padre, che era saltato in aria nel primo sogno.

Edipo e la Sfinge, dipinto di Jean Auguste Dominique Ingres. L’impiegato come nel mito uccide il padre per poi prenderne il posto.

Così l’impiegato, nelle vesti del padre, conduce una vita borghese, che gli permette di prendere coscienza dell’errore di questa scelta per le ipocrisie e ingiustizie che prova sulla sua stessa pelle. Quindi deve seguire un’altra via.

“Mi sveglio ancora e mi sveglio sudato;
Ora aspettami fuori dal sogno,
Ci vedremo davvero, io ricomincio da capo.”

  1. Il bombarolo

L’impiegato diventa il bombarolo. Decide di preparare un attentato al Parlamento, che però fallisce:

“C’è chi lo vide ridere
davanti al Parlamento
aspettando l’esplosione
che provasse il suo talento,
c’è chi lo vide piangere
un torrente di vocali
vedendo esplodere
un chiosco di giornali.”

L’errore che lo ha portato al fallimento e all’umiliazione è stato scegliere di intraprendere una lotta individuale ed egocentrica, da terrorista, invece che unirsi ai moti dei giovani ribelli.

Nella seconda parte vedremo le ultime due canzoni dell’album Storia di un impiegato di De Andrè e ne daremo un’interpretazione globale. Al prossimo appuntamento!

 


 

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