PROGETTO “MANGIA SMOG”: UN’IDEA TUTTA MILANESE

Si sa, ormai lo vediamo ovunque, e i telegiornali ce lo hanno fatto capire in tutti i modi: la tecnologia soppianterà e sostituirà la tradizione. L’ultima avanguardia porta con sè un marchio milanese, firmato dall’architetto Massimo Roj: “un edifIcio “mangia smog”, una facciata prismatica in vetro in grado di riflettere una luce diversa a seconda delle condizioni atmosferiche”, è questo quello che si legge su MilanoToday.

Ma come funziona?
Per poter realizzare un progetto di tali dimensioni sono stati necessari attenti ed approfonditi studi, i quali hanno condotto a delle soluzioni efficaci e tempestivamente realizzabili. Innanzitutto, verranno utilizzate piastrelle di ceramica riflettente per i balconi, garantendo così l’illuminazione per gli oltre 20mila metri quadrati degli uffici attraverso una luce naturale, e riducendo il consumo di quella artificiale e l’emissione di C02 di circa 13 tonnellate l’anno (principale causa dell’inquinamento e, di conseguenza, riscaldamento terreste), grazie all’utilizzo di pannelli fotovoltaici. Tempestivamente, si, perché tutto ciò verrà realizzato entro un anno, come non ha tardato a sottolineare l’architetto e amministratore delegato di questo rivoluzionario progetto Massimo Roj, in seguito la delegazione ricevuta da “Progetto Cmr” (a sua volta incaricato da Unipol-Sai) per poter continuare i lavori su un palazzo rimasto abbandonato per 14 anni.

Quali le altre sue caratteristiche?
Questo unico palazzo “mangia smog” verrà collocato nel quartiere Isola, zona recentemente riqualificata e piena di locali e vita giovanile. “Mangia smog”, però, è solo lo pseudonimo attribuitogli per dimostrare la straordinaria particolarità di questa struttura. Il vero nome, infatti, è “De Castilla 23”, per sottolineare la realizzazione di un grattacielo di 23 piani “fuori terra” (per un altezza pari a 120m) e tre interrati; mentre Castilla si riferisce alla via in cui è situato.
Le sue vere funzioni, però, vanno ben al di là della grandezza rispetto ad altre strutture, bensì la vera novità sta nell’utilizzare fonti rinnovabili le quali, affiancate da una pompa di calore ad acqua di falda ad altissima potenza che utilizza l’energia geotermica, saranno in grado di riscaldare e raffreddare gli uffici senza rilasciare sostanze inquinanti nell’aria. A questi efficienti sistemi si aggiungono anche i 2.000 metri cubi a verde, utili per purificare l’aria assorbendo all’anno circa 12 tonnellate di anidride carbonica esalate, ed emettendo 9 tonnellate di ossigeno.

 

Ma di preciso, perché “mangia smog”?
Ad aver avuto la meglio su questo progetto sono stati i materiali utilizzati, di fondamentale importanza: superfici in gres con biossido di titanio, ne avevate mai sentito parlare? Se la risposta è negativa, si tratta di un rivestimento che contribuisce a ridurre l’inquinamento atmosferico locale attraverso un processo fotovoltaico che garantisce la dissoluzione degli agenti inquinanti, traducendosi in un calo pari a 36 kg di ossido di azoto all’anno.

Insomma, se da un lato in tasso di inquinamento e il pericolo per la nostra salute è sempre in aumento a causa dei drastici cambiamenti climatici, delle soluzioni efficaci, e a impatto zero, possono ancora essere attuate, seguendo le direttive della sostenibilità ambientale e sociale. Il contributo di Massimo Roj è stato fondamentale, e ben presto CMR vedrà trasformare altre due zone milanesi: Santa Giulia e Corso Buenos Aires, in seguito ai grandi successi ottenuti in Cina da oltre 16 anni.
Sarà forse che la strada dello sviluppo sostenibile ha preso avvio anche in Italia?

 

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