Bartolomé Esteban Murrillo: il pittore di Siviglia

Siviglia, una delle città più importanti dell’Andalusia, ha organizzato un percorso artistico per ricordare uno dei massimi pittori del barocco spagnolo: Bartolomé Esteban Murrillo.

Bartolomé Esteban Murrillo nacque a Siviglia nel 1618 e morì nel 1682. Viene ricordato come tra i più importanti artisti del barocco religioso che soddisfò la fervente domanda della popolazione devota spagnola creando un proprio linguaggio sentimentale. Siviglia mantiene ancora oggi copiose collezioni dell’artista nonostante molte opere siano state dislocate durante i secoli. Dipinti di Bartolomé Esteban Murrillo sono sparsi in tutta Europa, molti si trovano in Germania mentre in Italia, a Genova, presso palazzo Bianco, è conservato Fuga in Egitto. Tuttavia anche il celebre museo madrileno del Prado ospita opere del celebre artista, come la Fondazione di S. Maria Maggiore a Roma.

l’importanza della figura dei bambini nell’arte di Murrillo

Bartolomé Esteban Murrillo si formò attraverso lo studio dell’arte spagnola, all’epoca in declino insieme alla realtà imperiale che aveva arricchito il paese fin dai tempi dei Re Cattolici, incontrando anche la pittura veneziana e fiamminga su cui concentrò la tecnica del chiaroscuro che prese una sua impronta particolare nella creazione dell’arte devota. Madonne e Immacolate sono le immagini più diffuse e conosciute dalla popolazione spagnola e attraverso cui Murrillo rimase un punto di riferimento per l’arte devota fino al XIX secolo.

celebre dipinto della conversione di sant’Antonio di Padova nella Cattedrale di Siviglia

In occasione del quarto centenario dalla morte dell’artista la città lo omaggia aprendo quei luoghi che furono importanti per Murrillo e ne furono anche i committenti. Non deve stupire che nel paese dell’Inquisizione e nell’età barocca siano spesso luoghi religiosi, come la Cattedrale (la terza più grande d’Europa) e l’Ospedale della Carità, oltre al famosissimo Ospedale dei Venerabili.

Se vuoi leggere del furto mafioso della Natività, qui l’articolo su Caravaggio.


 

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