Janelle Monàe e l’epopea fantascientifica di Cindi Mayweather

Non è sicuramente un’idea di primo pelo: i concept album sono un’idea di molti anni fa, e che ha visto periodi di grandissimo successo. Nel mentre, però, ci sono stati anche periodi di crisi per progetti simili – basti pensare agli ultimi trent’anni, epoca focale per il mercato discografico, in cui il focus della redditività si è spostato dall’album al singolo. Di recente, tuttavia – specialmente negli anni 10 – sembra che l’attenzione del pubblico si sia rivolta di nuovo verso dei quadri unitari, dei disegni organici. E sebbene le vendite non sembrano ancora premiare del tutto iniziative del genere, sembra che questi siano quelli destinati a incidere maggiormente sulla cultura – pop o meno che sia – dei giorni nostri. Ma che cos’è, di base, un concept album?
Per concept album si intende un album di canzoni in cui ognuna riveste un significato preciso, e contribuisce a costruire un disegno su un unico tema. Gli esempi si sprecano – alcuni degli album più famosi della storia sono dei concept album (The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, The rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders di David Bowie) e non solo in epoche lontane. Negli anni ’10, infatti, la massima espressione – e sua naturale evoluzione – di un concept album è un video album: una sequela di canzoni accompagnate da un video per canzone, che possono racchiudere al loro interno un filo rosso – o no. Basti pensare all’iconico Lemonade di Beyoncé e a Made in Italy di Luciano Ligabue, che ha dato addirittura vita a un film.

C’è un concept album, però, che dura da tanto tempo – da quasi 11 anni. E si è estrinsecato in così tanti capitoli da diventare quasi un’epopea, una concept saga. Stiamo parlando di Metropolis, il futuristico progetto della cantante afroamericana Janelle Monàe, rilasciato nel suo primo supporto commerciale in Metropolise: Suite I (The Chase). Pubblicato nel 2007, The Chase era la prima suite del progetto, ed era un EP che segnava il debutto della Monàe nella musica mainstream, prodotta dal rapper di Atlanta Big Boi. Il prodotto conteneva 7 album, di cui una intro (The march of the Wolfmasters, un manifesto politico d’ambientazione utopistica) e una cover, Smile, di nientepopodimeno che Charlie Chaplin.
La storia portante di Metropolis è ispirata all’omonimo, celeberrimo film di fantascienza: nell’anno 2719, l’androide Cindi Mayweather ha una storia d’amore con un essere umano, e viene condannata dal dittatoriale governo al disassemblaggio. Le canzoni seguono il ritmo concitato della sua epocale fuga dalla città (Violet Stars, Happy Hunting e Many Moons) e si distendono invece nel momento in cui Cindi si ferma a riflettere sulla situazione del suo mondo e sul futuro che la aspetta (Cybertronic Purgatory, Sincerely Jane).

Se in Metropolis erano presenti canzoni che forse era difficile ricondurre precisamente al concetto di base, in The Archandroid (secondo album, pubblicato nel 2010), la storia si fa colonna portante dell’album, ma per lanciare messaggi sociali e politici. Janelle presenta la seconda e terza Suite, dando quindi una capitolarizzazione alla storia e maggiore rilevanza ai singoli episodi. Janelle continua sulla scia dell’R&B, esplorando il soul psichedelico – come definito da alcuni critici americani – e rilasciando il suo singolo più famoso, Tightrope.
La Monàe riesce in questo album ad utilizzare i mezzi della fantascienza per veicolare messaggi, andando a toccare archetipi mitologici per sfruttare la loro immediata risonanza e il loro potere
scrive Pitchfork sull’album. Fondamentale per la narrazione è un pezzo centrale nella tracklist dell’album, Cold War – in cui Cindi manifesta tutto il suo sforzo per sopportare la solitudine che la caratterizza per essere una reazionaria.

L’apice della fusione tra narrazione fantascientifica e messaggi sociali viene raggiunto dall’artista in The Electric Lady (terzo album, pubblicato nel 2013). Nella quarta e nella quinta suite, Janelle infatti riesce a lavorare su molteplici piani. Dal punto di vista musicale raggiunge una maturità mai vista prima, strizzando l’occhio al mainstream ma mantenendo le sonorità funky e soul che la caratterizzano. Dal punto di vista promozionale, riesce ad ottenere parecchia attenzione dai media – specie grazie alle collaborazioni con i famosissimi artisti afro-americani Prince, Solange, Erykah Badu e Miguel. Su storia e messaggio, invece, Monàe mette l’accento – e registra una doppietta di brani fondamentale Q.U.E.E.N. ed Electric Lady. Nel secondo si cimenta anche nel rap per lamentare il furto di diritti, e il decadimento di una società oramai disunita.

Janelle è nota per essere una grandissima attivista dei diritti degli afro-americani e delle donne. La sua partecipazioni a numerose manifestazioni, eventi e iniziative benefiche hanno sottolineato il suo interesse in ambito sociale e hanno fornito nuove chiavi di lettura per i suoi album.
Sul web si è infatti diffusa la teoria che la saga, oltre al manifesto significato di conflitto uomo-macchina, e lotta contro la standardizzazione e l’omologazione, contenga in realtà un messaggio più recondito di inclusione ed esclusione. La storia di Cindi potrebbe infatti simboleggiare in realtà il non essere bianchi nell’America del 2007 – che ancora non aveva visto il successo di Obama. I cyborg rappresenterebbero gli estranei, gli altri – a cui non è consentito mischiarsi con i veri esseri umani.
Per un’analisi completa dovremmo aspettare la sesta e settima Suite di Metropolis, che dovrebbero completare il progetto. Ma non sembra che il nuovo album di Janelle contenga riferimenti alla saga – è giunta quindi l’ora, prematuramente, per l’epopea di Cindi Mayweather?

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