L’evoluzione di Neffa: “107 elementi” corona la fase rap (terza parte)

Come abbiamo visto nei due precedenti articoli (che potete leggere qui e qui), Neffa ha iniziato la sua carriera alla fine negli anni ‘80. Solo durante gli anni ‘90 ha perfezionato il suo stile, soprattutto nei Sangue Misto, fino a pubblicare il suo primo album nel 1996. Dopo questo primo slancio, la sua inclinazione verso il rap sarà presto destinata a svanire. Non si può dire che si sia subito fermato: ci sono almeno altri due lavori ascrivibili al genere. Si tratta di 107 Elementi e Chico Pisco.

Nel 1998 esce l’ultimo album rap di Neffa. Chicopisco infatti è un EP, il suo primo EP. Guardando la copertina di 107 Elementi si può leggere “feat Deda & Al Castellana”. Si tratta di un album corale, in cui la partecipazione di questi due artisti è ben visibile, o meglio ascoltabile. Ad arricchire l’album troviamo anche, tra gli altri, Kaos, Dre Love, La Famiglia & Dj Gruff. Un denso insieme di personaggi dello scenario rap che sembrano completare quel puzzle presente in copertina. La chiave di interpretazione del titolo ce la dà lo stesso Neffa:

1: l’unità; 0: il cerchio, il nulla che è anche il tutto; 7: il sole (ed è anche il giorno in cui sono nato). La somma interna (1+0+7) è 8: l’infinito.

Con questo album ci si ritrova proiettati in un mondo vario, una somma di mondi interni, come il suo significato. Ascoltarlo è come buttarsi nella corrente: un brano tira l’altro e per un’ora bisogna restare lì dentro. Fin da subito si può cogliere un’anima funk e soul, che Al Castellana contribuisce nettamente a formare fin da Non tradire mai. Un altro elemento che crea una sensazione di vertigine è il mistilinguismo: slang, inglese, dialetto napoletano si ritrovano fusi. Massimo esempio è il brano Solo fumo. Non dimentichiamo la ricostituzione del duo Neffa-Deda, che in questo album vede il suo coronamento e insieme suo epilogo.

Vediamo quali sono le caratteristiche pregnanti dell’album. Le tematiche trattate sono forti e questo si intuisce fin dalla seconda traccia dell’album, Guerra e Pace. La traccia indaga il dolore che porta con sé la guerra. Ci sono altri brani che si distinguono in particolare per il loro forte contenuto. Carcere a vita mostra preoccupazione per la morte della musica. La presenza imponente di La Famiglia & Dj Gruff con il dialetto napoletano permettono al brano di risultare denso e pregno di significato. Vento freddo, invece, parla della morte di un amico.

Altri brani dell’album sono più leggeri e apprezzabili in particolar modo per la loro musicalità. È il caso di Tutto può succedere, Freaky funk flow pt.1 e Suona ancora. Ogni brano dell’album ha la sua importanza a renderlo uno dei punti più alti toccati dal rap. Molti altri rapper seguiti a Neffa danno un’opinione pressoché unanime in merito all’album, sebbene ognuno sia legato a pezzi diversi. Questo non fa che confermare la validità dell’intero album, senza eccezioni. Tra gli altri, Coez esalta i “tecnicismi di Neffa e Deda”, Don Diegoh dice che l’album “si è guadagnato un posto nell’eternità” e Clementino che il disco è “una pietra miliare del rap italiano”.

Neffa stesso ricollega l’esperienza di 107 Elementi all’album precedente. Di peculiare rispetto a Neffa & i Messaggeri della Dopa c’è il significato che tutto l’album si porta dietro:

[…] se “I Messaggeri Della Dopa” è la fotografia dell’unione e del fermento di un’epoca, “107 Elementi” rappresenta la totale decadenza e le divisioni.

I due album si possono secondo il loro autore ricondurre a una stessa parentesi ai cui estremi ci sono due lavori per lui più significativi. Di SxM si è già trattato, la parte a destra della parentesi sull’asse del tempo è Chicopisco, primo EP e ultimo lavoro rap di Neffa. Di questo passaggio che si colloca proprio a cavallo tra il primo e il secondo millennio si parlerà nel prossimo articolo.

 


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