Virtual reality: gireremo il mondo dal divano?

di Federico Lucrezi

L’esodo biblico del popolo ebraico, le peripezie epiche di Ulisse. Poi l’epoca delle grandi scoperte: un nuovo continente da esplorare e un orizzonte che si spostava sempre più in là. E ancora i grandi flussi migratori che rimescolavano uomini e culture, il mito americano della vita on the road, il progetto Erasmus per la mobilità degli studenti. Storie diverse, contesti diversi ma tutti accomunati dal filo rosso del viaggio. Chi in fuga, chi alla ricerca. Chi con una meta precisa, chi per puro gusto di non stare fermo. Ma sempre in movimento.

L’idea del viaggio è da sempre intrinsecamente legata al genere umano. E di questa idea l’uomo occidentale moderno ha fatto un vero e proprio stile di vita con un settore, quello del turismo, che solo in Italia nel 2016 ha rappresentato il 10.3% del Pil.

Ci si mette in viaggio per scoprire nuovi luoghi e nuove culture, per vedere le meraviglie del pianeta, dal deserto ai ghiacci del nord, per rilassarsi al mare o per sciare in montagna.

E come tutto, col procedere di questo terzo millennio, cambia, si rinnova, acquisisce prospettive nuove e fino a poco tempo fa impensabili, anche il turismo di domani appare piuttosto interessante.

Non è necessario pensare al turismo interplanetario e ai viaggi su Marte – possibilità che peraltro sembra ormai davvero vicina. Per toccare con mano la rivoluzione non servirà andare molto lontano: basterà stare comodamente seduti sul divano di casa propria e lasciare che la virtual reality faccia il resto.

 

Virtual reality

La realtà virtuale è una simulazione tridimensionale immersiva. Un “mondo parallelo” in cui un utente può immergersi completamente utilizzando un visore tridimensionale in grado di riprodurre immagini a 360 gradi e altri device quali speciali guanti o periferiche di gioco per interagire con la realtà simulata.

 

Se la realtà virtuale ha finora trovato grande utilizzo in ambito videoludico è proprio il turismo il prossimo mondo in cui potrà lasciare il segno.

 

Trailer turistici

Il primo contatto fra l’industria del turismo e la virtual reality, in realtà, si limita ad un utilizzo piuttosto marginale. L’idea di base, già implementata da aziende all’avanguardia quali l’americana YouVisit, prevede che il potenziale cliente di un’agenzia di viaggio, di un albergo o di un parco abbia modo di avere un’anteprima realistica di ciò per cui andrà a spendere i propri risparmi.

Immaginate di indossare il visore 3D e trovarvi nella struttura vacanziera che state per prenotare: potete visitare la camera che vi ospiterà, verificare se i servizi corrispondono alle vostre necessità. Oppure potreste fare un breve tour virtuale del percorso naturalistico che state pensando di prenotare, delle piste da sci in cui volete passare il weekend, della spiaggia in cui pensate di portare la famiglia la prossima estate. Il tutto limitando al massimo le brutte sorprese al vostro arrivo.

L’equivalente del trailer di un film su YouTube insomma, solo molto più figo.

Viaggiare dal divano

Ad oggi la resa della virtual reality non è ancora a un livello tale da rendersi indistinguibile dalla realtà, ma è più che sufficiente per gestire applicazioni di questo tipo.

Più interessante, tuttavia, è provare a pensare a ciò che accadrà nel momento in cui la grafica della realtà simulata raggiungerà un grado di perfezione superiore. Un visore 3D a quel punto potrà effettivamente permetterci di visitare il mondo senza muoverci dal divano in modo del tutto e per tutto identico a una vera vacanza. Impossibile? Forse, ma d’altra parte il nostro cervello elabora le immagini che vediamo a partire da un input visivo registrato dall’occhio. Quando la realtà simulata sarà in grado di riprodurre fedelmente il medesimo input, a fare la differenza  tra l’ammirare la Tour Eiffel a Parigi o a casa propria col visore 3D sarà solo la consapevolezza di partenza di non esserci mai mossi.

Il turismo in virtual reality potrebbe essere in un futuro non troppo lontano una valida alternativa low cost per visitare le meraviglie del mondo senza doversi muovere da casa. Certo, in una realtà simulata risulterà difficile assaggiare i piatti locali in un ristorante tipico, ma non si può avere tutto!

Il dilemma del Colosseo

Sarebbe giusto ricostruire il Colosseo per riportarlo ai fasti dell’epoca romana? O è più giusto preservarlo così com’è, con una storia da raccontare attraverso i segni del tempo? Nel mondo dell’arte, dal Colosseo alle piramidi con ovvie implicazioni turistiche e sociali, questo è un tema piuttosto dibattuto. La seconda linea di pensiero generalmente prevale, ma in un futuro non troppo lontano sarà ancora la virtual reality a consentire un’ottima sintesi.

Immaginate di passeggiare per la città eterna e di ammirare il Colosseo in tutta la sua maestosità. Poi arrivate in un punto di osservazione appositamente segnalato, indossate il visore 3D e benvenuti nell’antica Roma! Ecco il Colosseo e la città circostante esattamente come appariva secoli fa. Un’esperienza turistica e formativa impareggiabile. Immaginate di applicare questo sistema a Palmira, in Siria, dove i fondamentalisti islamici dell’Isis hanno distrutto un patrimonio artistico e culturale inestimabile. Poter avere accesso, seppur in forma virtuale, a quanto andato perduto non sarebbe probabilmente un equo risarcimento, ma sicuramente sarebbe importantissimo per visitatori e addetti ai lavori.

Senza contare l’incredibile utilità che sistemi del genere avrebbero nel campo dell’istruzione. Nulla è come esserci, recitava la campagna abbonamenti di una squadra di calcio qualche anno fa. Un concetto che ben si sposa anche con lo studio della storia e della geografia tra i banchi di scuola.

 

Soltanto fino a pochi decenni fa era difficile prevedere molte delle innovazioni che hanno finito per mutare in profondità la società occidentale e il lifestyle di ciascuno di noi. Il progresso corre in fretta e stravolge completamente tutto ciò che trova sulla sua strada. Ma la voglia di viaggiare, di conoscere, è radicata in profondità nell’uomo fin dall’alba dei tempi e con ogni probabilità rimarrà immutata fino alla fine della nostra storia. Cambieranno le prospettive e i mezzi che ci metteranno in movimento, quelle sì. E chissà che fra qualche anno potremo davvero, una piovosa e inutile domenica pomeriggio, indossare un visore 3D e partire per un breve safari nella savana o navigare su un peschereccio nel mare del nord.


 

Credits: Foto1 Foto2 Foto3

Fonti: YouVisit Il sole 24 ore

 

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