Nevermind è un album pop ma nessuno se ne è accorto

Leggendo il titolo in molti penseranno:

”Ma i redattori dello sbuffo per caso bevono LSD e fumano alcool? Come si fa ad affermare una così grande sciocchezza nella sezione di musica? I Nirvana sono una delle più grandi band rock della storia del globo-terracqueo, come fanno ad essere considerati Pop?”

Ma tutto ha una sua motivazione. Giusto per darvi qualche informazione, Nevermind è il secondo album in studio pubblicato dalla band grunge dei Nirvana il 24 Settembre 1991. Per questo lavoro, le registrazioni furono affidate al produttore e musicista Butch Vig, a cui piacque a Kurt Cobain per il lavoro svolto con i Killdozer per il loro album Twelve Point Buck del 1989, caratterizzato da sonorità pesanti tipiche di quegli anni.

Butch Vig

Butch Vig accettò di lavorare con i Nirvana dopo aver ascoltato una loro demo tramite un registratore portatile in un granaio nello stato di Washington. La qualità era talmente imbarazzante che lo stesso Butch Vig non sapeva cosa aspettarsi. Una di quelle cassette comprendeva una primissima versione di Smells Like Teen Spirit.

Era l’album della svolta per la band di Seattle poichè dopo il loro album di esordio Bleach registrato con l’etichetta indipendente Sub Pop Records nel 1989, si trovavano ora a lavorare per una major, la Geffen Records.

Ma c’è di più, si ebbe anche un cambio nella formazione della band: Chad Channing, che militò alla batteria con la band per il primo album, fu sostitutito da Dave Grohl, che avrà anche un meravigliosa carriera post Nirvana.

Insomma, un disco importante per la band, che sicuramente non si aspettava tutto quel successo. Quello che venne fu semplicemente fuori portata per i 3 ragazzi, ma soprattutto per Kurt.

Ma veniamo al punto in questione, come si fa ad affermare che Nevermind, album che segnò definitivamente la scena grunge degli anni ’90, può risultare pop sotto certi punti di vista? Innanzitutto, i numeri parlano chiaro. Dopo la sua uscita, le vendite crescevano piano piano, fino ad arrivare ad un totale di 300 mila copie a settimana, grazie anche al successo acclamato di Smells like teen spirit e il suo videoclip trasmesso da Mtv, che contribuì alle vendite. In sostanza si arriva al 1992, il disco diventa primo nella classifica Billboard, riuscendo a spodestare l’album Dangerous del re del pop Micheal Jackson, uno degli album più venduti di tutti i tempi. E i premi si sprecano in tutto il mondo, permettendo ai Nirvana di imporre in tutto il mondo la propria musica. Tutto molto pop.

Copertina di Dangerous

L’intento di Kurt Cobain, comunque sia, era questo: riuscire a scrivere la canzone pop per eccellenza. Era una sua esigenza, sia a livello personale che musicale. Nei suoi diari continua fare riferimento ad una sorta di ‘‘rivoluzione giovanile”, una sorta di presa di coscienza per tutti i ragazzi del mondo. Talmente ossessionato da questo da scriverne un inno, come per richiamare questi adolescenti al ”disordine comune”.

Nevermind era per certi versi il disco del menefreghismo, racchiuso per lo più nei versi di Smells like teen spirit, con parole come”Here we are now, entertain us” ”Oh well, whatever, nevermind”. Tutti cantavano i versi di Kurt. Non solo, ne indossavano pure le vesti, dai jeans strappati ai cardigans che puzzavano di vecchio. Insomma, una vera e propria moda dettata da chi di moda ne sapeva poco, venendo dalla scena underground, ma che sapeva trasformare quegli stracci, quei due accordi, in mainstream vero e proprio.

Giusto per fare un paragone leggermente fuori dagli schemi, uno delle scuole in cui studiò il giovane Kurt Cobain fu un liceo artistico. Da qui arrivano i primi disegni, le prime vignette e i primi modi di concepire l’arte da un altro punto di vista, oltre a quello musicale. Le statue anatomiche che successivamente presero spazio nella copertina di In Utero del 1993, derivano proprio da questi studi.

I riferimenti a mondi lontani dall’arte sono molti: il titolo della canzone Smells like teen spirit, per esempio, venne in mente a Kurt, o per lo meno prese ispirazione, da una frase scritta sul muro da Kathleen Hanna, amica di Kurt e leader della band punk Bikini Kill, dopo una notte di bagordi. ”Kurt smells like teen spirit” e da lì nacque tutto. Lo trovò perfetto, pensando volesse dire ”puzzi di spirito adolescenziale”, di ”spirito anarchico”, e senza pensare minimamente che il Teen Spirit di cui parlava Kathleen Hanna fosse un deodorante dell’epoca.

Certo, commistione tra la cultura pop e l’arte erano già avvenuti e altri artisti hanno usato come soggetti dei prodotti da scaffale, come Andy Warhol, colonna portante della Pop Art, e i suoi barattoli di Campbell’s Soup. E se per sbaglio, in uno di quei giorni trascorsi a scuola, Kurt avesse davvero studiato arte e fosse a conoscenza di questo capitolo della cultura Pop?

 

Non si può considerare di certo Nevermind un album solamente di stampo pop, sia per il sound, che per l’ambiente della città di Seattle, dove all’epoca predominava l’utilizzo di suoni distorti e bassi, ma non si può dire che non lo sia. Come affermato dalla stesso Butch Vig

”Cobain era il simbolo di una dicotomia… Rappresentava la rabbia e l’alienazione del Punk, ma anche una vulnerabile sensibilità Pop’.’

che si incarnavano rispettivamente in una Fender Mustang (punk) e nella sua inconfondibile voce (pop).

 Kurt Cobain had helped to popularise heroin with concerns he would also encourage people towards the radical left

 


Fonti:

  • Rolling stones, le 500 canzoni migliori di tutti i tempi, Dicembre 2010
  • Diari, Kurt Cobain, Oscar Mondadori

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