L’evoluzione di Neffa: l’esplosione rap (seconda parte)

Nell’articolo precedente abbiamo parlato della nascita musicale di Neffa nell’ambiente bolognese dei centri sociali e della sua crescita con i Sangue Misto. Il passo successivo è il suo esordio da solista, che avviene nel 1996 in seguito al momentaneo allontanamento dall’amico e collega Deda. In questa sede si prenderanno in esame i primi due album di Neffa pubblicati in questo periodo, il primo del 1996 (Neffa & i messaggeri della dopa) e il secondo del 1998 (107 elementi).

Lo scioglimento dei Sangue Misto porta i suoi vari componenti su strade diverse. Deda continua per un po’ ad aiutare gli ex membri del gruppo, ma non appena inizia a lavorare sul suo album diminuiscono le sue collaborazioni con gli altri. Nel 1999 c’è il suo esordio con i Merda & melma, con un album omonimo.

Per la prima volta Neffa si trova a scrivere le tracce da solo e trova un suo modo di produrre e di farsi sentire. Neffa & i messaggeri della dopa è quasi interamente prodotto da Neffa, con l’eccezione di alcune basi scritte da Deda (La ballotta e Aspettando il sole). Un esordio spettacolare, premiato con il disco d’oro: l’album è considerato una pietra miliare del rap italiano e da molti è ritenuto l’album migliore di Neffa.

Si può respirare, ascoltando l’album, l’ispirazione jazz, funk e soul. Anche i featuring sono pregevoli, Neffa ha coinvolto altri cantanti, prevalentemente appartenenti allo scenario rap di allora. Ricordiamo Dre Love in Puoi sentire il funk e le numerose collaborazioni nelle due canzoni – divise in pt 1 e pt 2 – dal titolo I messaggeri della dopa (Kaos, DJ Gruff e molti altri). Ciò che stupisce di quest’album è proprio la sua eterogeneità e la sua capacità di essere avanti coi tempi. Le basi sono pregevoli e i testi semplici, ma efficaci. Questo permette all’ascoltatore di essere trascinato in un’atmosfera estemporanea durante l’ascolto dell’album.

L’album è conosciuto soprattutto per Aspettando il sole, un messaggio di speranza in cui il cantante invoca la musica affinché lenisca le ferite e lo aiuti a rialzarsi:

Rapiscimi, musica, colpisci al cuore
bum-cha, bum-cha però non c’è dolore

Rimane un’esibizione memorabile quella del concerto del Primo Maggio del 1997. Neffa in quell’occasione dichiara:

la musica serve per curare l’anima e noi siamo qui per questo.

Una curiosità: Neffa ha ascoltato il pezzo trasmesso in radio per la prima volta in un viaggio Bologna-Lecce. Era in compagnia del suo amico Deda, col quale ha festeggiato il successo. Una scelta importante da parte di Neffa è stata quella di non cedere il brano a Jovanotti. Aveva visto giusto sul grande successo di pubblico che il brano avrebbe avuto.

L’album segna l’inizio di una carriera musicale da solista piuttosto particolare. Non sarà il primo e ultimo album di impronta rap, ma ben presto Neffa cambierà direzione e si indirizzerà verso il pop. Parlando di Neffa & I messaggeri della dopa e del suo album successivo, 107 elementi, Neffa dichiara che sono

elementi interni di due parentesi che aprono e chiudono ufficialmente questa parte della mia carriera e corrispondono a dischi più importanti per me come SxM e Chicopisco.

Dell’album successivo e della svolta pop di Neffa tratteremo nel prossimo articolo: per ora basti dire che è stata una scelta piuttosto criticata dai colleghi dell’ambiente rap. È innegabile, però, che Neffa è rimasto coerente al principio per cui è giusto seguire la musica senza forzarsi. La sua produzione peraltro rimane di alta qualità anche nello scrivere pezzi non più rap.

 


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