A un illustre sconosciuto

Se non mi trovi subito non scoraggiarti,
se non mi trovi in un posto cercami in un altro,
da qualche parte starò fermo ad aspettare te. {W. Withman}

Illustre sconosciuto, la vita è un cielo notturno. Immagino gli eventi felici come astri disseminati per il firmamento, alcuni più lucenti, altri meno visibili; immagino il tempo dell’infelicità come tutto lo spazio nero in mezzo. E non mi riferisco alla tristezza, sebbene capitino angoli di cielo ben più scuri di altri. Sto parlando di tutti quegli istanti che colano nel ventre inferiore della clessidra senza lasciare traccia di sé; sto parlando dei momenti che ci concediamo di dimenticare perché sono stati insignificanti.
Negli ultimi anni ho contemplato un cielo scuro per la maggior parte del tempo, tormentata dal bisogno di amore e asfissiata dall’istinto di piangere tutte le mie lacrime sopra le circostanze che avevano infranto le mie speranze.
Poi, nell’ultimo anno, mi sono innamorata. Ho smesso di guardare il vuoto e mi sono rivolta alla luce. È stato allora che ho capito che, per quanto vasto il firmamento possa essere, ci sarà sempre una stella che vale la pena guardare.
Allora ho iniziato a capire il vero valore di ogni ombra proiettata dai miei passi, che altro non è che la consapevolezza che le tenebre esistono solo quando la luce rischiara qualcosa.
Credo che la vita ci dia continuamente dei motivi per essere tristi, credo che ci sia sempre un lutto da portare o una delusione da piangere.
Ma la grande meraviglia del mio universo, del tempo che mi è concesso vivere, sta nell’arte di cercare la bellezza.
Ho sempre intuito una sorta di animo, in me, che mi spingeva a cercare l’umanità, lo stupore, la comprensione. Per questo, qualche anno fa, ho cominciato a spargere delle scritte in giro.
Potevano essere poesie, aforismi, frasi smozzicate che avevo trovato al risveglio come un dono del sonno.
Ho iniziato a disegnare. E non ho mai smesso di cercare storie.
Non importa dove: potevano essere blog, libri, poche pagine di una rivista, poche righe in un’antologia. L’importante è sempre stato sapere.
Non sono mai stata brava a tu per tu con le persone; sono troppo ritrosa per espormi subito con individui che si nascondono dietro una facciata, e al contempo troppo schietta per limitarmi a sopportare i convenevoli.
Ho sempre trovato più facile entrare come un tornado nelle vite delle persone, mettere la mia anima a nudo sopra un foglio e aspettarmi che il favore venisse ricambiato.
Voglio la Meraviglia e non sempre sono disposta ad aspettare per averla. Ma penso che in più di un’occasione mi abbia salvato la vita e credo anche di doverle la mia felicità.
È questo che auguro anche a te: quando ti senti perduto, cerca la Meraviglia.
Cerca la Bellezza, e se non la trovi in un posto, cercala in un altro: fotografa un fiore che spacca una lastra di cemento, osserva uno sconosciuto che sorride, copia una poesia sul diario, leggi un bel libro, guarda a lungo il cielo, canta una canzone, abbraccia una persona che ami, vai a vedere un film, mangia un cibo che ricordi dalla tua infanzia, sdraiati sull’erba, ascolta un CD, brucia un oggetto che porta con sé del dolore, scrivi una lettera a un amico… o a un illustre sconosciuto.
Sii libero e fiero nel mondo; sii anima e corpo, e se non sai amare il corpo, sii solo un’anima.
Sappi che qualcuno guarda, che a qualcuno importa.
Sappi che puoi lasciare il segno, fare la differenza. Compi un atto di folle incanto.
Sii felice.

 


 

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