Double Trouble: il tema del doppio nella musica – Episodio I: David Bowie

The Mask (A Mime)

La redazione musicale de Lo Sbuffo ha deciso di celebrare febbraio, il mese di carnevale, con una serie di articoli dedicati al tema del doppio.

Il prima artista da noi scelto per questo scopo è il grande David Bowie. Per quanto riguarda l’uomo delle stelle, parlare di doppio significa parlare non solo di alter ego, ma anche di dicotomie. Proviamo a spiegarvi perché analizzando il video di The Stars (Are Out Tonight), uno dei singoli estratti da The Next Day, penultimo album dell’artista inglese.

The stars must stick together

Il video musicale racconta di come la tranquilla esistenza di due coniugi di mezza età – interpretati da Bowie e da Tilda Swinton – venga completamente stravolta dall’incontro/scontro con un’androgina rockstar e con una coppia di celebrità.

Dietro alla trama principale si nascondono poi una serie di interessanti sottotrame contenenti riflessioni sulla dicotomia maschile – femminile, sul passato di Bowie e sulla sua eredità artistica.

Un giovane David Bowie. Foto di AVRO

She’s not sure if you are a boy or a girl

L’inquadratura in cui vediamo un giornale scandalistico gettato nella spazzatura [2:10], dà il via ad una riflessione su una delle tematiche principali del video: il genere.

Possiamo leggere il titolo “DONNA va agli Oscar senza make-up” sopra una foto di Tilda Swinton. Foto scelta non a caso: è stata infatti scattata agli Oscar del 2008, anno in quale l’attrice vinse il premio come miglior attrice non protagonista. Ciò nonostante, ad essere sottolineato è il suo look, non la sua vittoria. In questa foto l’attrice somiglia tantissimo a Bowie nel film L’uomo che cadde sulla terra, una velata allusione alla bizzarra teoria secondo la quale David e Tilda fossero in realtà la stessa persona. O, meglio ancora, fossero lo stesso androgino alieno della porta accanto.

L’attrice Tilda Swinton. Foto di Lucie Otto-Bruc

Il pregiudizio di genere è sempre stato (con alcune rare eccezioni) una caratteristica delle società umane. Inoltre, la dicotomia maschile-femminile è considerata dalla stragrande maggioranza delle persone una delle fondamentali opposizione sulle quali sono basate le società umane. Chiunque non sia conforme all’idea di come un uomo o una donna debba essere è additato come strano, queer, o addirittura come qualcuno di cui avere paura.

La questione è affrontata nuovamente durante la scena di sesso fra le due stelle, quando ci accorgiamo che in realtà lui è una lei e lei è un lui. Un confine solitamente considerato come eternamente invalicabile qui invece appare sfumato, indefinito. O addirittura inesistente, dal momento che le stelle sono definite da Bowie sexless.

La modella Andreja Pejić

You’re too old to lose it, too young to choose it

Un’altra delle tematiche fondamentali del video è il conflitto.

Prima di tutto, abbiamo il conflitto fra Bowie e la coppia di celebrità, che rappresentano i misconosciuti eredi artistici dello Starman.

Alla fine degli anni ‘70, Bowie iniziò a sentirsi alienato dai suoi fan, che lo consideravano una sorta di profeta o di salvatore, e soprattutto dalla nuova generazione di artisti che dicevano di ispirarsi alla sua musica. In Teenage Wildlife, contenuta in Scary Monsters (And Super Creeps), Bowie appioppò ai “new wave boys” l’assai poco lusinghiero epiteto “same old thing, in brand new drag”, prendendo quindi le distanze dall’allora neonato movimento new wave, sorto dalle ceneri del glam rock e del punk. All’epoca della pubblicazione di Scary Monsters con il termine new wave ci si riferiva ad artisti come Gary Numan e a gruppi come Adam and the Ants. Con il passare degli anni, il genere tenderà ad allontanarsi dalle sue radici post-punk, diventando un sinonimo di synth pop.

Sempre nello stesso pezzo, l’artista britannico espresse la sua impotenza nei confronti delle nuove generazioni, che lo avevano “messo all’angolo” (“they’ve got me in a corner”), proprio come fa la coppia di celebrità nel video di cui stiamo parlando. Bowie sa di non poter aiutare i giovani, perché non è il messia che loro vorrebbero che fosse, e perché si sente fuori posto, visto che non è più “a piece of teenage wildlife”.

A questo primo conflitto generazionaleBowie post-Ziggy vs nuove generazioni – se ne aggiunge un altro diametralmente opposto, rappresentato nel video dallo scontro fra la rockstar e la coppia di mezza età.

La rockstar altri non è infatti che il giovane Bowie, mentre la coppia rappresenta le vecchie generazioni conservatrici che Bowie sfidò – e terrorizzò – durante i primi anni della propria carriera. Ziggy Stardust vs Inghilterra post-bellica.

Il Duca Bianco (The Thin White Duke). Foto di Jean-Luc

You’d better not mess with Major Tom

Il terzo e ultimo conflitto è sicuramente il più interessante, perché vede contrapporsi Bowie a… Bowie. Ad un certo punto del video, il personaggio interpretato da Bowie prova ad affrontare la rockstar, ma alla fine non ci riesce. I due rimangono in piedi, divisi da una porta chiusa, ma cantano assieme. Per provare a capire il perché di tutto questo dobbiamo soffermarci un attimo sul personaggio della rockstar. Per rappresentare un giovane Bowie, la scelta più ovvia sarebbe Ziggy Stardust, eppure in questo video l’aspetto fisico e il look della rockstar rimandano al Duca Bianco, alter ego del londinese in un periodo in cui grandi traguardi artistici (primo su tutti il meraviglioso Station To Station, album troppo spesso dimenticato) sono stati accompagnati – o forse sarebbe meglio dire alimentati – da una vita personale caotica e travagliata.

Bowie vs. Bowie

Cosa significa questa scena? Forse che Bowie non sarà mai in grado di affrontare il Duca, di sconfiggerlo. Tutto quello che può fare è accettare il fatto che il Duca sia parte di lui, e che sempre lo sarà. Significativo è anche che il verso “we will never get rid of these stars, and I hope they live forever” venga cantato giusto qualche secondo prima di questa inquadratura. Non importa quanto David ci provi, il Duca lo perseguiterà per sempre, e altrettanto faranno Ziggy Stardust, Halloween Jack, Major Tom e tutti i suoi altri alter ego. Ma dopotutto questo non è un male, perché sono parte di lui, e soprattutto sono loro che hanno trasformato David Jones in David Bowie.

 


Fonti

  • Broackers V. – Marsh G. (2013), David Bowie è, Milano, Rizzoli

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