The Marvelous Mrs Maisel

The Marvelous Mrs Maisel e la comicità coraggiosa

Ha vinto ben due premi ai Golden Globemigliore serie e miglior attrice – per un buon motivo: The Marvelous Mrs Maisel ha una marcia in più. Non solo per il potere intrinseco ai processi creativi di Amazon (o Netflix, come vi abbiamo raccontato in un precedente articolo). La forza di Mrs Maisel sta proprio nel suo personaggio ribelle eppure così convenzionale, estremamente ironico, alla soglia del tragicomico.

Siamo a New York nel 1958, e ci muoviamo tra l’Upper East Side – il quartiere di residenza dei Rockefellers, dei Roosevelts e dei Kennedys, per intenderci – e DownTown, il suo opposto, passata alla storia come un luogo in cui divertirsi e lasciarsi alle spalle tutti i propri problemi, come cantava Petula Clark nel ’64: “forget all your troubles, forget all your cares, and go Downtown”.

Ed è proprio così che funziona, nell’Upper East Side Miriam “Midge” Maisel è la moglie perfetta, la moglie ebrea perfetta. Conosciamo tutti lo stereotipo: cura la sua immagine nei minimi particolari, mantiene una vita sociale attiva con la sua parlantina e naturale simpatia, cresce i figli con l’aiuto della madre, e si prende cura dei sogni del marito. Joel, infatti, vuole diventare comico e la sera si esibisce al Gas Light un locale a Downtown, appunto. Anche se è Midge ad occuparsi di tutto: prende appunti dopo le esibizioni e cucina una brisket per corrompere il manager del locale e far guadagnare un posto migliore in scaletta al marito Joel.

Insomma, sembrerebbe filare tutto nel verso giusto, ma sotto la superficie le crepe stanno per fare crack. E così, da un momento all’altro, la vita di Miriam è un completo disastro. Joel la lascia, dice di voler seguire il suo sogno, di essere stanco, o forse vuole solo stare con la segretaria.

Cosa fare? Cosa dire ai genitori, a vicini e conoscenti? Ma soprattutto cosa dire al rabbino? La soluzione è chiara: una sbronza e un viaggio a Downtown – “forget all your troubles, forget all your cares, and go Downtown”. La soluzione è anche un’esibizione estemporanea, provocante ed assolutamente esilarante al Gas Light con conseguente viaggio in gatta buia. La soluzione è scoprire i propri sogni, infischiarsene e seguirli nonostante tutto, nonostante la società. Sì, perché se Joel di talento per la comicità non ne aveva alcuno, Midge è un fenomeno!

Per questo amiamo così tanto questo show. I personaggi sono tratteggiati magistralmente da con tutte le loro idiosincrasie, le loro manie particolari. È un ritratto ironico della società tutta, con particolare attenzione alla famiglia ebrea: la rivalità tra suoceri; le discussioni tra genitori e figli, sul futuro, il lavoro, l’immagine pubblica; le cene forzate con aneddoti triti e ritriti su salvataggi di ebrei dalle grinfie del nazismo…e chi più ne ha più ne metta.

Ma il titolo non lascia dubbi, la protagonista assoluta è Mrs. Maisel interpretata da una fantastica Rachel Brosnahan. Amy Sherman-Palladino ha creato un personaggio davvero Meraviglioso, d’altronde ci aveva già abituato a donne forti e ironiche con Gilmore Girls – in Italia conosciuto come Una mamma per amica – show diventato di culto e da lei creato. Mrs. Maisel si porta dietro il bagaglio precedente e Amy Sherman-Palladino lo carica con i propri ricordi di infanzia: il padre era comico e lei stessa da teeneger vendeva sigarette in un Comedy Store di Los Angeles. Ma non è solo un percorso sul viale dei ricordi.

Nonostante Mrs. Maisel sia un personaggio anacronistico per il 1958, è quello l’anno in cui i comici cominciarono la transizione ad una comicità più osservativa, che traeva le proprie basi dalla vita di tutti i giorni, quella ancora oggi in voga nella Stand-Up Comedy. Era una modalità che presentava nuove importanti opportunità in un campo – come moltissimi altri all’epoca – dominato dagli uomini.

Concludiamo con le parole di Rachel Brosnahan: “La storia viene solitamente raccontata dagli uomini e parla di uomini. Avere un pezzo di storia raccontato da una donna su una donna straordinaria è eccitante”.

FONTI
IMDb
Time

CREDITS
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