PLOT OPERA BIOGRAFIE: IN MEMORIAM DI DMITRI HVOROSTOVSKY

Di Ilaria Zibetti

Nel panorama operistico le stelle sorgono e tramontano come in qualsiasi altra forma artistica. Quando se ne spegne una però, specialmente se in maniera precoce, è sempre un enorme dispiacere perché si viene privati d’una luce, d’una voce nonché di una presenza umana.

Dmitri Hvorostovsky è stato un baritono russo che, nel corso della sua carriera, ha contribuito a lasciare un segno indelebile nel mondo dell’Opera con le sue grandi doti sia interpretative che canore.

Nato a Krasnojarsk, città della Russia siberiana, nel 1962, era riconoscibile per il suo timbro vellutato accompagnato da un sapiente controllo del fiato e l’eleganza sulla scena, supportata dalla prestanza fisica. Oltre ai capelli tinti di bianco.

Cresciuto dalla nonna materna a causa degli lavori impegnativi dei propri genitori, fu fin da piccolo attratto dall’arte: disegno, scultura e musica – passione che ereditò dal padre e dalla madre, entrambi musicisti amatoriali -. Ascoltando la vasta collezione di vinili che aveva a disposizione in casa, da lui stesso poi allargata, prese come modelli canori Ettore Bastianini e Piero Cappuccilli ( di cui ho parlato in questo articolo). Studiò in seguito pianoforte e si diplomò come direttore di coro per via delle insistenze del padre. Debuttò a ventidue anni nel ruolo del cortigiano Marullo nel “Rigoletto” di Giuseppe Verdi ma fu dopo le vittorie ottenute in due importanti concorsi di canto – il Prémier Gran-Prix di Tolosa e il Cardiff Singer of the World – che cominciò la sua carriera, firmando un contratto con la casa discografica Philips.

Si sposò nel 1989 con Svetlana, una ballerina sua connazionale, adottandone la di lei figlia Marja. Dalla moglie Dmitri ebbe, nel ’96, due gemelli, nati a Londra, dove poi si trasferirono. Nel frattempo si recò in Europa, esibendosi in un secondo debutto a Nizza, nel 1990, con “La dama di Picche” di Čajkovskij; da questo momento la fama lo accompagnò portandolo ad esibirsi nei più grandi teatri del mondo: il Royal Opera House di Londra, la Staatsoper di Vienna, il Metropolitan Opera di New York, l’Opéra National de Paris … riscuotendo apprezzamenti unisoni ed altri contratti.

Lavorò anche in Italia: nel 1991, presso La Fenice di Venezia, La Scala, il Teatro degli Arcimboldi, all’Arena di Verona ( Ne “Il trovatore” nel 2010). Come si può intuire, il suo repertorio era molto legato ai ruoli verdiani – Giorgio Germont de “La traviata”, Renato di “Un ballo in maschera”, Conte di Luna de “Il trovatore” ecc… – e all’opera russa come il già citato Čajkovskij o Korsakov. Poté anche cimentarsi con Mozart nel “Don Giovanni” e ne “Le nozze di Figaro” e perfino con Donizetti. Hvorostovky però non era solo un amante dell’opera: egli infatti era anche un grande appassionato della canzone folkloristica e pop del proprio paese, tanto che nel 2004 fu il primo cantante d’Opera a tenere un concerto nella Piazza Rossa di Mosca con un programma di brani non classici.

Nel 1999 l’artista divorziò dalla moglie e nel 2001 si risposò con una cantante svizzera, Florence Illi, dalla quale ebbe altri due figli, creando una nuova famiglia.

Grazie alla sua notorietà e a quella di altri suoi colleghi, organizzò una serie di concerti con scopi benefici, denominandoli “Hvorostovsky and Friends” che durarono dal 2006 fino al 2016, anno in cui il grande interprete annunciò il ritiro dalle scene. Ciò avvenne dopo la diagnosi che lo folgorò, nel 2015, di un tumore al cervello. Il complicarsi della malattia e lo stato di salute sempre più grave lo costrinsero ad abbandonare precocemente il mondo a cui tanto era devoto. La morte sopraggiunse serena, vicino ai suoi cari, il 22 novembre 2017.

Per quanto sia di sollievo il pensiero che negli ultimi istanti egli non abbia più sofferto, è sempre difficile accettare l’idea che un altro grande si sia spento così presto. Oltre al ricordo dell’uomo e dell’artista, avremo in dono perpetuo il suo talento e la sua tenacia, come esempio per tutti di perseveranza nella lotta contro questo ed altri tipi di mali. La vita non è finita fino all’ultimo respiro. Sipario.

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