La ragazza davanti allo specchio: una donna oltre la Musa

L’amante e musa di Picasso, Marie Thérèse Walter, rivive tra i colori di un dipinto, in quell’anno, 1932, dove amore e arte si riconoscono in una donna.

La ragazza davanti allo specchio (1932)

È il 1932 e la modella francese Marie Thérèse Walter posa davanti a Pablo Picasso per il dipinto “La ragazza davanti allo specchio”, lei poco più che ventenne, lui ormai oltre la cinquantina. Si sono conosciuti pochi anni prima, anche se la data non è stabilita con certezza, tra il 1925 e il 1928, e resteranno insieme fino al 1935, quando l’artista rimarrà folgorato dalla fotografa Dora Maar.

L’opera è attualmente conservata al MoMa di New York e rappresenta uno dei più importanti capolavori cubisti del pittore. Nel dipinto Marie osserva la sua immagine riflessa nello specchio. Il suo corpo è scomposto secondo piani sovrapposti, ma la fisionomia della donna è facilmente riconoscibile, grazie ai neri contorni spessi che l’attorniano. Picasso sceglie dei colori chiari e delicati per tingerle la carnagione e il volto sembra circondato da un’aura celestiale. Non si può dire lo stesso della sua immagine riflessa, che si perde in uno sfondo scuro dove le forme si confondono. Il volto è tetro e attraversato da un’inquietante macchia rossa, gli occhi vitrei sembrano non voler rispondere allo sguardo di chi li sta osservando.

L’immagine scura nasconde molteplici significati: può indicare la maturità consapevole e non sempre rosea che prende il posto dell’adolescenza giocosa e innocente, le inquietudini e le paure che attraversano la mente della ragazza quando immagina il suo giovane viso eroso dal tempo e dalla vecchiaia. Un’ulteriore interpretazione indaga l’interiorità e contrasta un atteggiamento esteriore solare e spensierato ad una natura malinconica e pensierosa. Una cosa è certa: il futuro di Marie non sarà raggiante.

Picasso nasconde la sua amante a tutti tra le trame cubiste del dipinto. Una relazione che comincia in segreto, quando l’artista è ancora sposato con la ballerina russa Ol’ga Khochlova. La coppia ha già un figlio, ma non sarà l’unico, perché nel 1935 Marie resta incinta di Maya, nonostante la notizia di paternità, Picasso non divorzierà dalla moglie, pur continuando a mantenere economicamente Marie e la bambina. Il sogno di una famiglia tradizionale si infrange ma il ricordo rimane vivo e doloroso nel tempo, fino a condurre la modella francese al suicidio, nel 1977, quattro anni dopo la morte di Picasso.

Il sogno (1932)

 

Nudo su una poltrona nera (1932

In dieci anni d’amore, Picasso ricorda l’amante in numerosi dipinti, attraversati da una carica erotica e da colori brillanti. Marie viene molto spesso rappresentata dormiente, con un sorriso tranquillo e rasserenato sulle labbra, come ne “Il sogno (1932)” o in “Nudo su una poltrona nera (1932)”. È interessante notare come i ritratti più caratteristici della donna si concentrino in quell’unico anno, 1932, non all’inizio, né alla fine della loro storia, ma in quella tranquillante fase liminare in cui la coppia vive il presente, senza guardare il futuro nascosto dietro lo specchio.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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