Niki de Saint Phalle e la sua straordinaria unione con Jean Tinguely

Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely non avevano apparentemente nulla in comune: lei era una bella aristocratica franco-americana, con alle spalle una carriera da modella per grandi testate di moda. Lui, invece, un artista svizzero di origini modeste, irrequieto, anticonformista ed anarchico. Entrambi erano sposati e avevano figli. Tutto ciò non ha però impedito la loro unione artistica e sentimentale.

Era l’anno 1960 quando Niki decide di lasciare il marito e trasferirsi nell’Impasse Ronsin con Tinguely, sfidando le convenzioni sociali dell’epoca e dando una svolta radicale alla sua vita.

Niki aveva cominciato a disegnare e a fare collage qualche anno prima, quando, per motivi psichiatrici, era dovuta restare due mesi in ospedale. Fu allora che trovò la sua strada e decise di diventare un’artista. Per la De Saint Phalle l’arte fu un’ancora di salvezza e un grande atto di resilienza.

Fu Tinguely ad accorgersi per primo del suo genio, a sostenerla, ad aiutarla, a metterla in contatto con il mondo artistico.

I Tiri, le sue prime opere, fecero un grande scalpore: erano azioni durante le quali l’artista sparava con una carabina a dei rilievi di gesso bianco. Sotto il pesante strato di candida pittura si celavano sacchetti, bombolette e bottiglie ripiene di colore che Niki faceva esplodere, lasciando in questo modo dense colate di pittura sui candidi rilievi.

Niki de Saint Phalle
Tir – séance 26 juin, 1961 (in progress)

Sono azioni violente che celano rabbia repressa, bisogno di evadere, necessità di ribellarsi da quel ruolo di donna e di moglie da cui lei aveva voluto fuggire. Da quel mondo aristocratico e perbenista in cui era cresciuta. Un perbenismo poi solo di facciata, in quanto proprio suo padre, il banchiere, l’uomo aristocratico, aveva abusato di lei quando Niki aveva appena undici anni. L’artista abbraccia allora il fucile e spara, metaforicamente, contro il padre, contro la società, sulla Chiesa, sulla scuola… Si ribella a tutto questo ed afferma la sua libertà.

I suoi lavori successivi sono creature gioiose, donne libere ed emancipate, piene di colore, che urlano al mondo la loro gioia di vivere. Sono le famose Nana, oggi conservate nei più grandi musei del mondo, che hanno reso celebre l’artista franco-americana.

Nana danseuse di Niki de Saint Phalle, 1995

Fu Tinguely, ancora una volta, ad aiutarla progettare l’ossatura in ferro di queste colossali sculture. Egli era celebre per le sue macchine fatte di materiali di scarto e congegni meccanici che le facevano muovere. Sono opere deliranti, letteralmente autodistruttive e talvolta fuori controllo.

Homage to New York di Jean Tinguely, 1960

De Saint Phalle e Tinguely iniziano quindi una lunga serie di collaborazioni in cui le Nana entrano in dialogo con i congegni più assurdi. Una magnifica unione tra fantasia e tecnica, tra eccesso e razionalità. L’emblema di queste collaborazioni è la Fontaine Stravinsky accanto al Centre Pompidou a Parigi, in cui i marchingegni dell’artista francese convivono armoniosamente accanto alle favolose sculture di Niki de Saint Phalle.

La Fontaine Stravinsky a Parigi

FONTI
Niki de Saint Phalle & Jean Tinguely – Les Bonnie & Clyde de l’Art 55′ in ARTS CULTURE

Fontaine Jean TINGUELY et NIKI de SAINT PHALLE à Paris

The shooting paintings of Niki de Saint Phalle

Niki de Saint Phalle – Der Traum vom fantastischen Garten – HD


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