IN SQUADRA, L’ITALIA VINCE GRAZIE ALLO SPORT

Lo sport unisce, è uno dei principali fattori aggreganti in grado di creare solidarietà e un forte legame tra i componenti di una squadra. Non conosce distinzioni, privazioni o limiti, e il più grande esempio di tutto ciò sono tutti gli atleti che, nonostante le difficoltà, non si arrendono e abbattono, ma si cimentano dando tutto di sé in uno sport paralimpico. Lo hanno appena dimostrato gli azzurri del nuoto partecipando ai mondiali in Messico, con la conquista un orgoglioso terzo posto e portando a casa numerose medaglie d’oro.

20 ori, 10 argenti e 8 bronzi fanno luccicare la divisa Italiana, che guarda con fierezza la postazione raggiunta con fatica, tenacia e un costante impegno. Nient’altro, se non il sorriso stampato in volto dai suoi ragazzi rende orgoglioso il loro allenatore Riccardo Vernole.
Le punte di diamante della squadra non sono poche, e tra questa spicca Carlotta Gilli, l’azzurra ormai già campionessa che, alla sua prima partecipazione, si impossessa del primo posto nei 100 stile libero graffiando il muro di arrivo al 59° secondo, l’unica nella competizione. Il medagliere si tinge di oro e argento anche per Alessia Scortechini, seguita da Monica Boggioni, la vera protagonista dei 50 dorso femminili, per la categoria s4: un vero duello quello disputato tra l’italiana e la cinese Jiao Cheng. Vittorie e successi anche per la 23enne Giulia Ghiretti con l’oro dei rana e il bronzo nei 50 farfalla, di categoria s5. Si potrebbe dire un successo tutto al femminile, se non fosse che il vero trionfo non è stato costellato solo da giovani ragazze, ma dall’intera squadra che, stile dopo stile, ha raggiunto la meta dell’entusiasmo, un fervore nazionale.
A rappresentare la soddisfazione dell’intera nazione è stato il presidente del Comitato italiano paralimpico (CIP) Luca Pancalli e Roberto Valori, presidente della Federazione italiana nuoto paralimpico, accogliendo con sorrisi e grande calore ogni singolo componente dell’intera squadra.

A far spledere di traguardi l’Italia è anche la squadra di calcio a 7 di Lissaro, in provincia di Padova, che ha ospitato dall’8 al 10 dicembre il raduno tecnico per questo gruppo di ragazzi uniti da un’unica passione, nonostante la disabilità (anche se, in questi casi, parlare di “disabilità” o “ragazzi celebrolesi” non è corretto per la stessa energia di una comune squadra). A dimostrare il rigore, fermezza e tenacia che li caratterizza sono state le convocazioni ufficiali diramate dalla FISPES (Federazione italiana sport paralimpici) per tutti gli atleti che parteciperanno al 12° International Trophy di calcio a 7 che si terrà a Barcellona tra l’8 e l’11 giugno del 2018.

Ad aggiungersi alla vitttoria italiana c’è anche il basket, con la squadra della nazionale di ragazzi affetti dalla sindrome di Down. Hanno tra i 20 e i 40 anni i rappresentanti del primo straordinario oro di questo sport, più che una semplice medaglia, quindi. Un orgoglio e soddisfazione personale conquistata negli Europei, svoltosi in Portogallo, sotto la guida del loro coach Giuliano Bufacchi. Un lavoro costante a livello federale, un impegno virtuoso che dimostra una volontà di affermarsi e accrescere, come testimoniano le altre 4 medaglie per le vittorie conquistate nel Judo in ritiro in Portogallo.

Una continua dimostrazione di come la Federazione italiana per gli sport paralimpici si stia continuamente mobilitando in favore dei diritti di questi ragazzi animati dalla volontà di affermarsi. Queste squadre sono un esempio di come siamo solo noi stessi a porci dei limiti.

 

 

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