Il progetto Galileo, la geolocalizzazione targata UE

Il GPS, il sistema di posizionamento globale, è fondamentale per la localizzazione e per la navigazione satellitare. Inizialmente creato per scopi militari, è ormai ampiamente sfruttato ad uso civile, con una molteplicità di applicazioni, dalla determinazione di rotte aeree e nautiche agli smartphone alle automobili. Il sistema GPS, però, sebbene liberamente accessibile da chiunque abbia un ricevitore, è gestito dall’aviazione statunitense ed è solo uno dei Sistemi Globali di Navigazione Satellitare (GNSS) che, con una miriade di satelliti che orbitano intorno alla terra, trasmettono segnali che permettono il calcolo preciso della posizione.

L’Unione Europea sta realizzando dagli anni 2000 il suo GNSS, Galileo, in modo da fornire una localizzazione ancor più precisa e la possibilità di autenticare la propria posizione. Il lavoro di progettazione si svolge in parte anche in Italia: ad Ispra, in provincia di Varese, è infatti situato il JRC, il Centro Comune di Ricerca, che contiene il Laboratorio Europeo delle Misure Elettromagnetiche (EMSL). Si tratta di una grande camera anecoica, costruita in modo da ridurre al minimo la riflessione dei segnali sulle pareti e poter effettuare misure con le onde radio, ricreando in ambiente chiuso le condizioni di uno spazio aperto ed infinito. L’EMSL è attualmente utilizzato per testare nuovi sistemi wireless e per supportare l’attività di Galileo, specialmente per trovare le possibili interferenze nei sistemi GNSS.

Le interferenze possono essere di due tipologie: naturali ed artificiali. Le prime sono legate all’attività del Sole, come tempeste ed eruzioni solari, che, se molto forti, sono anche in grado di causare il blackout di una rete elettrica. Proprio ad Ispra vengono analizzati i dati raccolti dalle stazioni di monitoraggio installate in Perù, Vietnam e Norvegia, cioè vicino ai poli e all’equatore, dove gli effetti dell’attività solare sono più forti. Le seconde, invece, sono causate dai jammers, dispositivi portatili che disturbano le bande di frequenza dei GNSS, impedendo il calcolo della posizione. Teoricamente sono illegali perché possono essere usati per eludere alcune forme di tassazione ed altre attività fuorilegge, ma si sono ormai diffusi col presunto intento di tutelare la privacy. Questi dispositivi possono danneggiare anche altre comunicazioni: ad esempio, un piccolo jammer portatile può disturbare le operazioni di un grande aeroporto.

L’obiettivo di Galileo è riconoscere ed evitare queste interferenze, oltre che permettere una localizzazione più precisa, usando in contemporanea i propri segnali, quelli del sistema GPS e quelli di altri GNSS. Il posizionamento più preciso così ottenuto sarà in questo modo meno suscettibile ad errori.


FONTI

Galileo: from the lab to the sky, Mortara Barbara, European Union, 2016

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