Fake news Nadia Toffa Google Trends 2017

Le fake news su Nadia Toffa e i Google Trends 2017

Ve lo ricordate il tormentone di inizio Dicembre su Nadia Toffa come personaggio più cercato su Google, non solo in Italia ma in tutto il mondo? Beh, in parole povere era una fake news. La notizia però era stata lanciata in pompa magna da tutti i grandi mass media: giornali, servizi televisivi, blog e opinionisti non facevano altro che ripetere “Nadia Toffa è il personaggio più cercato dell’anno”.

In effetti, andando sulla pagina dei Google Trends per il 2017, si vede in prima posizione proprio Nadia Toffa. Perfino nella classifica globale risulta addirittura al terzo posto come persona più ricercata su Google. I dati sembrano chiari: in che senso allora si è trattato di una fake news? Il fatto è che i dati statistici non sono mai semplici da leggere e soprattutto sono da interpretare, un concetto forse difficile da digerire per un mondo giornalistico che si nutre di una cultura umanistica rimasta spesso ferma a una concezione ancora positivistica della scienza. I “meri dati” però non parlano da sé: richiedono uno sguardo un po’ più attento rispetto a quello che è disposto a dargli un mondo dell’informazione tutto sbilanciato sulla ricerca dello scoop e del dato eclatante, possibilmente certificato da qualche grande fonte o autorità, così da mettersi al riparo da ogni accusa di fake news.

Per fare informazione veritiera non basta riportare dati certificati e all’apparenza inoppugnabili, perché, se manca la contestualizzazione, li si può mal interpretare, facendo incorre in errore i propri lettori. Il miglior modo del mondo giornalistico per autoassolversi infatti spesso è proprio addossare la colpa ai lettori, colpevoli di non aver ben compreso un articolo. Questa vicenda dei Google Trends 2017 ne è stato un ennesimo esempio. Dopo giorni di tam tam mediatico su Nadia Toffa come personaggio dell’anno secondo Google, la notizia alla fine è stata relativizzata in sordina, con articoli di approfondimento molto più defilati, non particolarmente pompati perché poco strategici, oltreché perché avrebbero messo in luce quantomeno una notizia non adeguatamente spiegata, se non addirittura fraintesa. Il blog tecnologico del Corriere della Sera per esempio, dopo l’ubriacatura generale, se l’è presa addirittura con Google:

L’errore comunque è pure di Google: il titolo della pagina è “Gli argomenti più cercati del 2017”. Peccato che non sia così. Una fake news, che si poteva evitare aggiungendo “rispetto al 2016”.

Ma davvero Google non ha segnalato in nessun modo la cosa, traendo in inganno i solerti giornalisti? In realtà nella pagina dei Google Trends per il 2017, oltre alle varie classifiche, c’è solamente un pulsante abbastanza eloquente, Scopri come vengono compilati gli elenchi, che non apre chissà quale lungo testo pieno di disquisizioni statistiche, ma si limita a una stringatissima dichiarazione, che in poche parole spiega in maniera estremamente chiara tutto:

Gli elenchi sono basati sui termini di ricerca per cui è stato rilevato un alto picco di traffico nel 2017 rispetto al 2016.

È stato proprio questo piccolo particolare a finire completamente frainteso nella grande narrazione di Nadia Toffa come personaggio più ricercato su Google nel 2017: le classifiche di Google non parlano di numeri assoluti, non dicono quali sono i termini, le persone, le cose più cercate sul motore di ricerca, ma mettono in luce piuttosto quali sono le parole e i nomi che rispetto all’anno precedente hanno avuto una crescita improvvisa, inaspettata e superiore a ogni previsione sulla base dei dati precedenti. Anche a consultare il grafico relativo a Nadia Toffa sui Google Trends ci si sarebbe resi conto che l’inviata delle Iene ha avuto un picco enorme e clamoroso (al di là di ogni previsione) solo dopo il malore a fine Novembre, mentre prima le ricerche su di lei erano quasi nulle. In termini assoluti ci sono persone e parole decisamente più cercate su Google, in Italia e all’estero; ma i valori di Nadia Toffa per quest’anno sono stati clamorosi rispetto agli anni passati: solo in questo senso si può dire che è stata tra i personaggi dell’anno per Google. A margine lo rilevava anche La Stampa, ma mettendo il tutto in chiusura e senza darci il dovuto peso:

In tutto ciò, però, stupisce la totale assenza dell’indiscusso protagonista di questo 2017: Donald Trump. Com’è possibile? La ragione è tutta nella modalità con cui le parole e i personaggi più cercati vengono classificati: per evitare che compaiano sempre gli stessi termini, si dà infatti la priorità a chi ha avuto il maggior incremento anno su anno.

Ecco spiegato, in un modo un po’ criptico e poco chiaro, ciò che praticamente relativizza la sostanza di un articolo intitolato proprio Le parole e le curiosità più cercate su Google nel 2017. Sarà, come al solito, colpa soltanto del titolista e del lettore disattento?

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