Attentato a New York: terrorista ha agito per vendetta.

Lunedì 11 dicembre alle ore 7:20 di mattina (ora locale) a Manhattan, New York, più precisamente in un tunnel a Port Authority, stazione centrale di autobus, tra la 42esima e l’ottava avenue, il panico si propaga quando esplode una bomba tra la folla.

Lo scoppio è avvenuto nel tunnel che collega la stazione a Times Square, il cuore della metropoli americana, proprio nel momento più affollato della giornata; ogni giorno al Port Authority Bus Terminal transitano più di 230.000 persone. La polizia americana ha dichiarato l’intento terroristico dell’atto finito, però, male: l’esplosione, infatti, sarebbe stata causata da un ordigno artigianale (una pipe bomb) e sarebbe esploso in modo accidentale ferendo gravemente l’attentatore che lo aveva nascosto accuratamente camuffandolo all’interno del giubbotto con del nastro adesivo.

L’uomo è stato trasportato al Bellevue Hospital Center di New York a causa delle scottature e delle lacerazioni provocate dallo scoppio. E’ stato interrogato per dagli agenti del FBI ed è stato arrestato dalle forze dell’ordine: si chiama Akayed Ullah ed è un ventisettenne originario del Bangladesh, residente a Brooklyn da 7 anni.

Secondo alcune fonti Ullah è presunto simpatizzante dell’ISIS poiché sembra siano state seguite delle indicazioni ben precise sul come fabbricare questa bomba “fatta in casa” che si possono trovare su siti jihadisti.

L’uomo aveva attaccato al corpo un’ordigno composto da un tubo lungo 15 centimetri riempito di polvere pirica, chiodi, viti e altri oggetti metallici, collegato con alcuni fili ad una batteria (molto simile alle pentole a pressione riempite di chiodi utilizzate nell’attentato a Boston nel 2013). L’indagato inoltre afferma di aver costruito la bomba proprio sul posto di lavoro: un’azienda di impianti elettrici. Fortunatamente questo “incidente” non ha causato feriti gravi, infatti solo tre persone sono state ferite superficialmente oltre Ullah che invece ha riportato delle lesioni più gravi. Il sindaco di New York, Bill De Blasio, ha dichiarato che non sono stati trovati altri ordigni legati all’esplosione, in più si ritiene che l’attentatore abbia agito da solo, senza altri complici. Ullah secondo alcune ricostruzioni sarebbe un ex tassista, originario del Bangladesh, trasferitosi a Brooklyn; egli ha affermato durante un’interrogatorio: “Hanno bombardato il mio Paese e volevo fare del male qui”.

Nel frattempo, dopo l’esplosione, il traffico è rimasto paralizzato a Manhattan: l’East side è rimasta bloccata ed è stato  impossibile comunicare con la parte opposta della città che è rimasta così completamente isolata per alcune ore. La circolazione dei treni e delle metro con le linee che attraversano il cuore della città sono state deviate: nessuna corsa, infatti, si è fermata a Times Square in entrambe le direzioni. Inoltre sono state evacuate le tre linee più importanti e frequentate della città: l’A, la C e l’E.

Grazie all’aiuto delle forze dell’ordine, dopo le ore 10 la stazione di Port Authority ha ripreso a funzionare.

Sono stati informati dell’accaduto sia il presidente Trump, che il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo che ha affermato: “Questa è New York, la nostra realtà, quella con cui dobbiamo fare i conti. Siamo un obiettivo internazionale. Dobbiamo andare avanti tutti insieme”.

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