UN UOMO – ORIANA FALLACI

Sarà capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di provare invidia verso qualcosa o qualcuno, di volere per sé stessi oggetti o stili di vita che altri si possono permettere e che, anzi, sfoggiano con facilità e indifferenza. È un sentimento del tutto sano, finché ovviamente non è spinto oltre certi limiti. Non sempre però ci si ricorda di apprezzare ciò che si ha a prescindere, ciò che ci viene dato fin da subito, nel momento stesso in cui si viene al mondo. Talvolta succede di scordarsi anche del regalo più banale che ci viene offerto: la nostra libertà.

Va ovviamente definito il concetto di libertà, che sul dizionario viene posta come uno “stato di autonomia essenzialmente sentito come diritto, e come tale garantito da una precisa volontà e coscienza di ordine morale, sociale, politico.” oppure “Assenza di costrizione”.

Come fare per poter tornare a questo stato elementare, dove in verità ciò che più conta è quello che si possiede a prescindere? Il trucco per non entrare nella ruota del “io sì e tu no” è informarsi, leggere, studiare, rimanere sempre a contatto con la realtà vera, senza fronzoli, capi firmati e viaggi extra lusso.

Un uomo - Oriana Fallaci
Copertina del libro “Un Uomo” di Oriana Fallaci

Per avvicinarsi un po’ di più a questo concetto basta pensare all’Atene degli anni rivoluzionari, degli attentati politici e della libertà negata sotto il tiranno Papadopulos. L’anno è il 1968, la scrittrice è Oriana Fallaci, il libro è “Un uomo” e il protagonista è Alexandros Panagulis, detto Alekos.

L’autrice catapulta il lettore in mezzo alla vicenda senza un’introduzione, senza un preavviso, tutto viene da sé. Andando avanti con le pagine gli eventi si sistemano da soli dentro i loro periodi storici, il racconto rapisce a tal modo che sembra proprio di essere lì, a lottare con quest’uomo che per la propria patria ha dato la vita e molto di più.

Alekos non era il tipico cittadino succube e pacato, ha avuto sempre a che fare con la lotta alla tirannia e le cose non sono quasi mai andate a gonfie vele per lui.

Tutto ebbe inizio nel 1968 quando decise, insieme ad altri suoi compagni e amici, di organizzare un attentato contro il tiranno Papadopulos, ma purtroppo il progetto non fu un successo e il nostro protagonista fu immediatamente catturato dalla polizia e messo in prigione. Ebbe inizio così il periodo più devastante della sua vita, in cui venne torturato senza fine, picchiato, condannato a morte, dove fece scioperi della fame per cercare di ottenere quel poco che poteva anche dentro la sua cella scollegata dal mondo, per poter comunque far vedere a tutti che nonostante non avesse più niente, la voglia di lottare e dire la propria gli era rimasta.

Anche in carcere era visto come una minaccia, a tal punto che per undici mesi non gli furono mai tolte le manette, anche se aveva i polsi in putrefazione. Era debole a causa delle torture e degli scioperi della fame che lui stesso usava come diversivo per non poter cedere agli interrogatori, perché in questo modo quando veniva picchiato in poco tempo cadeva a terra svenuto e nessuno poteva continuare ad estorcergli informazioni, non c’era più soddisfazione per i generali che lo tenevano prigioniero ad insistere contro un corpo inerme e distrutto. Il governo aveva talmente paura di lui che venne rinchiuso nel carcere più diabolico della Grecia, in una cella costruita appositamente per Alekos, larga un metro e lunga tre, dove fu costretto a vivere per cinque anni, in cui non vide mai la luce del sole e gli sembrò di essere all’interno di una tomba. Non gli era concesso niente, né un giornale né un foglio di carta in cui poter scarabocchiare qualche pensiero, gli era vietata ogni cosa e alle guardie era vietato rivolgergli la parola. Non uscì sano da quella reclusione, quando fu liberato non era più in grado di percepire gli spazi ampi e gli venivano le vertigini, non riusciva a sopportare la luce del sole e dopo pochi passi si stancava ed era costretto a fermarsi.

Oriana Fallaci

Un uomo, ma che cos’è davvero un uomo? Per risposta ecco un piccolo estratto dall’intervista della Fallaci al nostro protagonista:

«Alekos, cosa significa essere un uomo?»
«Significa avere coraggio, avere dignità. Significa credere nell’umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un’àncora. Significa lottare. E vincere. Guarda, più o meno quel che dice Kipling in quella poesia intitolata Se. E per te cos’è un uomo?»
«Direi che un uomo è ciò che sei tu, Alekos.»


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FONTI
O. Fallaci, Un Uomo, 1979
Leggere a Colori 

Sito Oriana Fallaci
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