E SE L’ESTREMA DESTRA CONQUISTASSE L’EUROPA?

4 settembre 2015, una data significativa per la Germania sotto la guida della cancelliera Angela Merkel che, aprendo le porte a un milione di profughi, ha fatto nascere una paura comunemente condivisa in seguito l’ottenimento di 100 seggi da parte del partito dell’estrema destra, l’Afd.

Per la cancelliera tedesca, la vittoria dell’estrema destra ha determinato un diffuso senso di insicurezza tra la popolazione, animata da profonde paure verso l’arrivo dei migranti in Germania che, al contrario, per la Merkel costituiscono un’importante incremento dal punto di vista sociologico ed economico, in quanto una non-integrazione avrebbe causato gravi problemi alla stabilità dell’Unione Europea. A decretare questo enorme successo sono state anche le forti resistenze antisemitiche e xenofobe fortemente diffuse nella Germania dell’Est.
Ma la domanda è: quando sono rinati i partiti dell’estrema destra? Forse non sono mai del tutto scomparsi, ma è stato solo un lento affievolirsi del timore nazista che, in seguito al bombardamento di Dresda, ha fatto affiorare cortei di movimenti islamofobi. Inoltre, ad aumentare il seguito dell’estrema destra è il sentimento di abbandono da parte dei partiti tradizionali che muove le masse della popolazione, le quali vedono favorire “diritti” e attenzioni ai rifugiati a scapito dei loro (una visione un po’ distorta della realtà).
Un’altra domanda ora incalza sulle bocche di tutti: che cosa comporterà un successo dell’Afd? La principale conseguenza non sarebbe solo una grandissima crisi per tutta la Germania, ma dietro lo spettro nazista si affaccia un pericolo ben più grande: è a rischio l’intera stabilità dell’Unione Europea. Il pericolo, dunque, se l’estrema destra conquistasse ancora più voti, sarebbe un crollo della moderazione tra i partiti della Germania.

Ma siamo sicuri che negli altri Stati vada diversamente? Possiamo stare tranquilli: a far compagnia alla cara Germania ci sono l’Italia, con Casapound, e la Francia di Le Pen.

Basta riavvolgere la mente all’indietro di qualche mese per ritrovarci nel mezzo della manifestazione dal movimento di estrema destra di Casapound a Roma contro lo “Ius Soli”, portata avanti con un solo slogan: “prima gli italiani”. Una protesta, questa, alla quale hanno preso parte in cinquemila persone, capeggiate dal loro presidente Gianluca Iannone e dalla show girl croata Nina Moric (un po’ un controsenso, no?). Il principale motivo che ha spinto questo movimento alla protesta è stato, ancora una volta, il timore della perdita della propria identità nazionale. “Non una questione di razzismo”, precisa il vicepresidente dell’estrema destra Simone Di Stefano. Ovviamente, una tale affermazione non ha fermato i partiti opposti (come Cgl, Arci, Anpi) i quali hanno fatto sentire le loro idee al prefetto di Roma, al fine di bloccare una protesta che potrebbe sfociare in forti tensioni.

Ma basta spostare lo sguardo un po’ più a Nord per vedere sul piede di marcia il partito del Front National guidato dalla francese Marine Le Pen. Ancora una volta, la storia si ripete: oltre diecimila voti per il partito dell’estrema destra. Non è stata sufficiente la sconfitta subita alle elezioni di maggio da parte della leader dell’estrema destra per fermare questo partito, anzi. L’amaro in bocca ha condotto ad escogitare nuove strategie di governo e un nuovo nome per poter ottenere sempre maggiori successi mossi dalla volontà di difendere la libertà, l’indipendenza e la prosperità nazionale.

A questo punto rimane solo una domanda: quanto dobbiamo temere la minaccia del riaffiorare del nazismo?

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