Milano città più inquinata d’Europa: intervista all’assessore Elena Grandi e nuove prospettive per il futuro

All’indomani dell’approvazione del nuovo Regolamento d’uso e di tutela del verde pubblico e privato di Milano (info qui), Lo Sbuffo ha incontrato l’Assessore al Verde (Arredo Urbano, Demanio, Ambiente) Elena Grandi. Eletta con Sinistra x Milano, membro dell’Esecutivo Nazionale dei Verdi, in questi giorni incontrerà in conferenza stampa i rappresentanti della coalizione del centro sinistra con il PD, in occasione del convegno Patto per il Clima del 16 dicembre a Roma. (FederazionedeiVerdi/).

Per noi l’assessore ha risposto ad alcune domande sul progetto Green City Milano (per info qui), evento che si è svolto a settembre, ma che continua il suo lavoro attraverso tavoli di discussione, disposti per la raccolta di idee per la gestione del verde a Milano. Proprio in questo momento, infatti, si sta lavorando a un nuovo Documento di Piano, con il fine di ampliare e specificare quelli che sono gli ambiti del nuovo regolamento di cui sopra.

L’interesse in Europa per la ecosostenibilità va man mano accrescendosi ma ancora di più deve interessare la Pianura Padana – e in particolare Milano che risulta essere la città più inquinata d’Europa. Il livello delle polveri sottili è tale da provocare un costante aumento di malattie respiratorie e circolatorie (tralasciando il tema gravoso delle sanzioni europee cui si va incontro). E questa è una grande contraddizione per una città che ha alti tassi di sostenibilità (è la seconda in Europa per la raccolta differenziata) ma che rischia di dover affrontare costi abnormi per la sanità pubblica.

Progetto per la Città foresta di Boeri

Visto l’alto tasso di inquinamento in Europa – e in particolare della Pianura Padana – un progetto come Green City Milano, che punti ad aumentare gli spazi verdi, risulta indispensabile. Quali sono i risultati migliori che avete ottenuto?

La partecipazione della città è stata incredibile, nessuno avrebbe mai pensato che, in due mesi, cinquecento eventi si realizzassero grazie esclusivamente al contributo dei cittadini. Questo vuol dire che quando si parla di sostenibilità, verde, spazi aperti, utilizzo comune degli spazi, le persone sono immediatamente pronte. A proposito di sostenibilità vorrei accennare al fatto che qualche settimana fa si è insediato, nell’aula consiliare di Palazzo Marino, il Consiglio dei Ragazzi e delle Ragazze del Municipio. Si tratta di un’istituzione dove i consiglieri, eletti dai loro compagni (studenti dell’ultimo biennio delle elementari e delle medie), si fanno portavoce delle istanze dei loro elettori. Nel giorno dell’insediamento sono intervenuti in molti: ciascun eletto ha riassunto il suo pensiero, o meglio il suo progetto politico. E quello che ne è uscito è un piccolo vademecum di cui fare tesoro.

Questi i temi:
1. Più verde, più alberi, più parchi, più giardini, più cura degli spazi verdi, più pulizia, più rispetto del bene comune.
2. Meno inquinamento, meno automobili, più strade sicure per le biciclette, più mezzi pubblici.
3. Più attenzione al problema della disabilità: ogni bambino deve potere giocare, studiare, divertirsi allo stesso modo, che sia più o meno fortunato.
4. Decisioni più veloci, progetti che una volta avviati si realizzano.
Questo è già un programma politico. Di immigrazione non c’è bisogno di parlare perché per loro non esiste questo problema. Vivono e crescono in classi multiculturali, in cui l’inclusione è l’ultimo dei problemi di cui occuparsi.

Liuzhou – Città foresta di Boeri

Altro spunto interessante di Green City è stato il confronto con altre realtà europee, come per esempio quella della città di Lione e del suo distretto La Confluence. Precedentemente occupato da stabilimenti industriali, dal 2003 ha conosciuto un’intensa riqualificazione – grazie ai fondi europei – fino ad essere riconosciuto dal WWF come quartiere ecosostenibile. Questi incontri sono interessanti per costruire progetti comuni, che non si limitino solo alla nostra città ma che siano di respiro europeo. Non è impensabile immaginare un grande polmone verde che unisca Milano a Lione, magari sfruttando quelli che sono gli scali ferroviari dismessi o portando avanti il progetto delle rotaie verdi (maggiori info qui). Bisogna però impegnarsi nello stabilire una connessione tra tutte queste opere; non possono essere progetti portati avanti ognuno da una realtà singola e chiusa in se stessa, ma devono essere interconnessi tra loro.

Quali sono, invece, le cose che andrebbero potenziate?

Prima di tutto, grazie al nuovo Regolamento approvato, abbiamo più potere di governo e una maggiore capacità di far rispettare all’appaltatore (che a Milano è privato) delle regole più precise. Quindi tante cose che non vanno bene, come un albero piantato nel punto sbagliato o potato male e fatto morire, saranno risolte.
In secondo luogo io mi immagino un verde di piante perenni, non di rappresentanza (come le aiuole di fiori che ogni due anni vanno cambiate), che abbia un effetto quindi anche sull’inquinamento e mi immagino, poi, il ripristino dei prati fioriti. (Info qui).
Inoltre, c’è bisogno di continuità. C’è bisogno di tutelare il progetto, che deve essere portato avanti al di là di chi governa, al di là del partito politico di riferimento. In questo può essere molto utile un Documento di Piano, come lo stiamo facendo. Milano deve aspirare a diventare una Green Capital d’Europa.

Da qui al 2030 come si immagina l’evoluzione del progetto?

Nei sogni? Mi immagino che la manutenzione del verde torni ad essere gestita direttamente dal Comune e non data in appalto esterno a imprese con competenze, a volte improvvisate. Questo garantirebbe una continuità che invece, ora, rischia di essere interrotta ogni tre o sei anni. Pochissime macchine parcheggiate in città. Sviluppo della biodiversità, delle connessioni ecologiche e valorizzazione delle piante autoctone. Da qui al 2030, inoltre – sono tredici anni – si può già immaginare il recupero di una gran parte degli scali ferroviari dismessi.

Progetto per la Città foresta di Boeri

E una città di Milano come quella della Città Foresta di Boeri, se la immagina?

Beh, possiamo dire che la Città Foresta di Boeri (info qui) è proprio dentro al progetto. Potremmo partire dai Tetti Verdi, che al momento è la cosa più facile da attuare. A Lione si stanno già organizzando incentivi per portare avanti questo progetto.

Come è possibile partecipare, da semplice cittadino, a questi progetti?

Ci sono tantissime forme di partecipazione, basta rivolgersi a tutte le associazioni che lavorano sul territorio (di alcune abbiamo parlato anche sopra). Inoltre ci si può affidare al progetto dei Bilanci Partecipativi (info qui). Questo progetto è alla sua seconda edizione: il Comune stanzia un milione di euro per ogni Municipio, chiedendo ai cittadini di presentare dei progetti di riqualificazione di un immobile, di un parco, di una strada. Tutti possono proporre il loro progetto, che deve comprendere la spesa di almeno duecentomila euro, fino ad un massimo di un milione di euro.

 

Ora la domanda tocca a noi. Restiamo a guardare?

 


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