Rivoluzione Mattel: Barbie cambia look ed indossa il velo!

Barbie nasce il 9 Marzo 1959 nel garage della famiglia Handler: figlia delle mani di Elliot Handler e Harold Mattson, e della mente di Ruth Mosko. Fu un lampo di genio quello di Ruth che si accorse che la figlia preferiva di gran lunga giocare a vestire sagome di cartone di donne adulte invece che le classiche bambole-bambino. Un’illuminazione che ha permesso ai tre di guadagnare milioni di dollari.

La prima bambola messa in commercio portava i lunghi capelli raccolti in una coda di cavallo e indossava un costume da bagno bianco a righe nere, di quelli che vediamo nelle foto scolorite delle nostre nonne da giovani. Il trucco da pin-up la rendeva una perfetta donna degli anni ’50! La Barbie è da sempre l’immagine stereotipata della donna moderna e come tale il suo mondo ed il nostro si sono evoluti di pari passo.

La prima Barbie, venduta per circa tre dollari nel 1959, è stata acquistata nel 2004 su ebay per 3552 dollari.

L’azienda produttrice, la Mattel, ha di recente annunciato una rivoluzione dell’amato giocattolo. Dopo aver stupito lo scorso anno con la Barbie Curvy, creata sulla modella Ashley Graham, ha scelto di scagliarsi anche contro il muro della discriminazione religiosa. Dal prossimo anno la Barbie cambierà immagine e vestirà i panni di Ibtihaj Muhammad, la schermista vincitrice del bronzo nella sciabola a squadre ai giochi di Rio. Famosissima non solo per i risultati sportivi ma anche per essersi presentata in pedana indossando l’hijab. Sognava il podio fin da bambina, e la scherma sembra essere per lei lo sport che più le si addice: «non avrei potuto innamorarmi di uno sport che mi chiedeva di trasformarmi. [..] Una volta calata la protezione, resta l’abilità: nessuno ti valuta più in base a sesso o religione».

È l’inizio di una nuova era per Barbie, che per la prima volta in vita sua indosserà l’hijab. La schermista si dice contenta del fatto che le bambine del mondo potranno giocare con una bambola che ha scelto di indossare il velo. La decisione della casa di produzione ha di certo dato adito a molte critiche: l’accusa è quella di propinare un modello di sottomissione degradante per le donne, a cui l’azienda risponde perseverando nel suo progetto. Ibtihaj è esempio di come l’hijab sia spesso una scelta e non un’imposizione. Insegna alle donne che si può dimostrare la propria appartenenza qualsiasi sia il contesto e che il rispetto per ciò che si è non deve mai essere abbandonato.

«Porto solo in giro quello che sono: una donna, una afroamericana, una musulmana. Sono tutti aspetti della mia identità che non voglio correggere o nascondere». Ibtihaj Muhammad a La Stampa.

Hijarbie, la Barbie velata, fa parte di una più ampia collezione di “donne modello”, Shero. Il nome nasce dalla congiunzione del pronome she-lei- ed hero-eroina. Rappresenterà tutte quelle eroine moderne che sono state in grado di superare limiti e barriere. Alla collezione partecipa anche Misty Copland, ballerina Afro-Americana dell’American Ballet Theatre. Unico cigno nero in mezzo a centinaia di cigni bianchi!

L’azienda Mattel conosce bene l’influenza che la sua Barbie ha sulle giovani donne di tutto il mondo, è consapevole di quante donne da bambine abbiano sognato di somigliarle. Barbie è il simbolo della femminilità che si muove tra eleganza, bellezza ed indipendenza. Dopo aver subìto per anni accuse di propinare un modello del tutto frivolo ora l’azienda diventa la portavoce della forza femminile. Con shero la casa di produzione assume un nuovo volto, per una lotta alle ingiustizie tutta tinta di rosa!


FONTI

Lastampa

Ansa

Ilmattino

Focusjunior

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