Mitologia greca: il ratto di Persefone

“Poi andò al letto di Demetra molto fruttuosa:
lei partorì Persefone bianche braccia, che Adoneo
rapì da sua madre, e Zeus prudente gliela concesse.”

Con queste parole, Esiodo ci racconta, brevemente, della vicenda di Persefone, figlia di Demetra e Zeus, la quale venne rapita da Ade: secondo la mitologia greca, essa fu la causa dell’alternarsi delle stagioni.

Il mito inizia con Ade, il dio dell’Oltretomba: egli vedendo la fanciulla Persefone, se ne invaghì. Si recò quindi da Zeus per chiedergli il permesso di sposarla; il signore dell’Olimpo, prudente, non gli dette il suo consenso ma nemmeno rifiutò, questo da un lato per non offendere il fratello Ade, e dall’altro perché sapeva che Demetra non l’avrebbe mai perdonato.

Ade, allora, si sentì autorizzato a rapire la fanciulla, mentre questa raccoglieva i fiori in un campo, anche se si è incerti di dove si trovasse (alcuni dicono in Sicilia, altri invece in Attica o a Creta). Quando la ragazza si chinò per raccogliere un fiore particolarmente bello… fu allora che la terra si aprì e il dio degli inferi ve ne emerse, con carro e cavalli, prendendo Persefone e trascinandola nel suo regno.

Proserpina rapita (artista sconosciuto)

La madre Demetra, sentendo le urla della fanciulla, si precipitò sul luogo, ma ormai era troppo tardi: spinta dal dolore, la dea cominciò a vagare sulla terra alla sua ricerca, digiunando, tenendo i capelli sciolti e portando la fiaccola. In queste sue peregrinazioni, una sosta importante fu quella ad Eleusi, dove la dea fondò i misteri.

Ma mentre Demetra era presa dal dolore e dall’ira, la dea non permise a niente sulla terra di crescere: l’intera stirpe umana rischiava di essere annientata e fu allora che Zeus mandò la sua messaggera Iride, l’arcobaleno, da Demetra, per chiederle di smettere quella follia e permettere di nuovo alla terra di dare frutti. Ma la dea rifiutò, giurando che la terra sarebbe rimasta sterile fino a quando la figlia non fosse tornata da lei. Zeus allora inviò Hermes, messaggero degli dei, negli inferi, per convincere Ade a riportare Persefone dalla madre, ma ormai era troppo tardi: ella infatti aveva già assaggiato il cibo degli inferi, nutrendosi di sette chicchi di melagrana; questo l’aveva legata al mondo dell’Oltretomba con una sorta di “sacramento di sangue”.

Si giunse allora ad un compromesso: Persefone avrebbe trascorso un terzo di ogni anno negli inferi, insieme ad Ade, e il restante del tempo in superficie insieme alla madre, permettendo in tal modo alla terra di germogliare e dare frutti nuovamente.

Il ritorno di Persefone, Frederic Leighton

Fin dall’antichità, questo mito venne visto come un’allegoria della natura: Persefone è il grano che deve rimanere sottoterra, in una sorta di “morte”, da cui poi rinascerà come frutto.

Nel mito è anche importante il motivo toccante, dal punto di vista umano, del dolore della madre per la figlia, che è un tratto unico del mito greco, mentre in altri miti orientali a questo paralleli non è presente.

Ambivalente invece risulta il ruolo di Ade: le espressioni infatti “venire rapito da Ade” o “celebrare le nozze con Ade” erano metafore utilizzate per la morte, soprattutto quando si trattava di giovani fanciulle. Cos’è successo quindi a Persefone? Un matrimonio, una morte, o entrambe?


FONTI

Esiodo, Teogonia, 912-914.

Walter Burkert, La religione greca.

Robert Graves, I miti greci.

CREDITS

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