Corea del Nord: il paese più pericoloso per la fede cristiana

Open Doors è un’organizzazione che controlla e elabora dati riguardanti l’oppressione del cristianesimo in tutto il mondo e ogni anno elabora una World Watch List, una ricerca annuale che tratta delle persecuzioni dei cristiani nel mondo. In questa vengono elencati i primi 50 paesi con il più alto tasso di persecuzione cristiana.

La WWL 2017 è stata creata misurando quanta libertà i cittadini cristiani hanno nei rispettivi paesi e considerando più momenti quotidiani: la sfera privata, nella famiglia, nella comunità, nella chiesa frequentata e nella vita pubblica del loro paese. Oltre a queste informazioni, molte volte è stata considerata anche il grado di violenze che subiscono.

Questa immagine mostra i diversi paesi del mondo colorati in modo diverso in base al grado di persecuzione e quindi al punteggio assegnato: i paesi colorati in giallo sono nella fascia alta (41-60), quelli arancioni in quella molto alta (61-80), mentre quelli rossi in quella estrema (81-100).

Il podio è stato occupato da Afghanistan (terzo posto), Somalia (secondo) e in cima alla classifica troviamo nuovamente la Corea del Nord, posizione che occupa ormai da ben quindici anni.
Nel 2017 il punteggio che ha ottenuto è stato 91,6 su 100, praticamente uguale a quello dello scorso anno che era di 91,7.
In tutti livelli che sono stati presi in considerazione dalla ricerca i punteggi di pressione hanno raggiunto picchi molto alti con punteggi estremi nella sfera privata, pubblica e nella chiesa.

Infatti si conosce molto bene la situazione politica presente in questo paese: alla guida del paese c’è Kim Jong-un, leader supremo della Repubblica Popolare Democratica di Corea. Come è già stato dichiarato da moltissime associazioni internazionali, il livello dei diritti umani in questo paese è uno dei più bassi nell’intero mondo e moltissime libertà, tra cui quella di culto, sono ristrette.

Ma perché questo? Nel regime di Kim Jong-un i cristiani vengono considerati come dei veri e propri nemici dello stato: il cristianesimo infatti non viene considerato come una religione ma come una scusa per introdurre un gruppo di persone al servizio di agenzie di intelligence occidentali. Per questo sono considerati ostili e perseguitati.

Possedere una Bibbia, organizzare incontri per pregare o altri eventi collegati con la religione può mettere le persone in pericolo: sono moltissime le persone che per questo vengono mandate nei campi di lavoro dove non sempre si riesce a sopravvivere. Si pensa che attualmente, su 300 mila persone cristiane, 50-70 mila siano recluse in questi campi.

Anche moltissimi sacerdoti e religiosi sono stati imprigionati o uccisi.
Un pastore canadese Hyeon Soo Lim di origini sud coreane è stato arrestato nel 2015 è riuscito a ritornare a casa solamente dopo due anni e sette mesi di prigionia in Nord Corea: era stato condannato all’ergastolo e poi sfruttato nei campi di lavoro.
Egli si era trasferito dal Canada alla Sud Corea negli anni ’80 ma viaggiava molto spesso andando in Nord Corea per ragioni umanitarie. Parlando dopo il suo rilascio ha dichiarato: “E’ un miracolo per me essere qui oggi”.
La stessa esperienza è stata vissuta da altri due pastori di origine sudcoreana, Kim Kuk Gi e Choe Gun Gil i quali sono stati arrestati poiché considerati spie.

Oltre a queste testimonianze, ci sono anche quelle di preziosa importanza di numerosi disertori che sono riusciti ad abbandonare il paese per avere una vita migliore. Uno di loro è Choi Kwanghyuk che vive negli Stati Uniti dal 2013 e parla di questa sua nuova vita come “un paradiso”.

Egli ha rilasciato numerose interviste e ha parlato delle chiese sotterranee: sono proprio delle chiese che si trovano sotto terra. Ha raccontato che in Corea le persone scavano enormi buche per porvi le provviste, in quanto il clima è molto freddo e non ci sono moderni sistemi di riscaldamento. Le persone si incontrano qui per pregare e leggere la bibbia insieme. Proprio per questo è stato arrestato e interrogato e torturato perché accusato di aver gestito una di queste chiese, ma egli non ha mai desistito anche di fronte alle pesanti torture.

Se le persecuzioni religiose possono sembrare ormai una realtà lontana e passata dopo tutto quello che la storia avrebbe dovuto insegnare si sta commettendo un grave errore: ci sono ancora molte realtà da aiutare che stanno subendo questi abusi che vanno denunciati.

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