La legge è veramente uguale per tutti? Il caso di Lavinia Woodward

Sera del 30 dicembre 2016, Oxford: scoppia una lite tra Lavinia Woodward, promettente studentessa di chirurgia al Christ Church College e il suo ragazzo, che l’ha da poco raggiunta nella prestigiosa università per farle visita. Il litigio ha inizio quando il giovane decide di contattare via Skype la madre della ragazza, dopo aver constatato che quest’ultima è pesantemente ubriaca. Lavinia, che non solo è sotto effetto di alcolici ma anche di stupefacenti, reagisce in maniera assolutamente sproporzionata: afferra un coltello per il pane e lo conficca nella gamba del suo fidanzato, ferendolo anche alle dita. Nonostante tutto lui riesce a mantenere sufficiente lucidità per fermarla quando lei, pochi istanti dopo, prova a commettere gesti autolesionisti.

In seguito a questo episodio Lavinia era stata condannata a 10 mesi di carcere, ma i giudici si erano fin dal principio mostrati scettici riguardo alla sentenza e per questo motivo il caso aveva immediatamente suscitato scalpore tra i media britannici. È stato affermato che la ventiquattrenne era “troppo intelligente” per finire in prigione e una condanna del genere le sarebbe potuta costare la carriera, rovinandole il prosperoso futuro da cardiochirurgo che le si prospettava. I dubbi si sono poi concretizzati: la pena è stata ufficialmente sospesa per decisione del giudice Pringle lo scorso 25 settembre. Hanno accompagnato l’annuncio della sospensione una serie di dichiarazioni che miravano a sminuire la gravità del fatto.

La dipendenza di Lavinia da alcool e droga aveva origini antecedenti al 2016: la violenta relazione con il precedente partner l’aveva segnata parecchio, tanto da portarla ad assumere psicofarmaci, un fattore che ha senza dubbio contribuito a compromettere il suo equilibrio psicologico. Lavinia è -parole del giudice- una giovane “intelligente”, “con un passato molto travagliato” che ha solo “vissuto un momento di immaturità”. Inoltre sembrava molto pentita per ciò che aveva commesso e desiderosa di intraprendere un percorso di riabilitazione.

Tutti indubbiamente validi motivi per evitare che Lavinia sia punita. Dopotutto ha solo accoltellato un suo coetaneo.

Viene da chiedersi, a questo punto, come mai Lavinia sia l’unica delle migliaia di donne incarcerate ogni anno in Inghilterra (8447 nel 2016, molte per crimini meno violenti e meno seri di quello citato e molte dipendenti da droghe e vittime di abusi) ad essere esentata dallo scontare la sua pena. La risposta è tanto amara quanto semplice: Lavinia è bianca, studia un uno dei college più prestigiosi di Oxford e può permettersi un eccellente avvocato. È carina, colta, intelligente. In futuro potrà dare un grosso contributo alla società, quando riuscirà a diventare un cardiochirurgo.

Per questo si merita un trattamento diverso dagli altri?

 

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