La costruzione di George Harrison: «If I needed someone»

Il 3 dicembre ricorre la pubblicazione di If I needed someone, la canzone che venne scritta da George Harrison e inserita all’interno dell’album Rubber Soul, che i Beatles lanciano sul mercato britannico nel 1965.

Generalmente, è opinione comune non considerare questo brano come una delle composizioni di maggior successo del chitarrista di Liverpool, il quale, quando compose le note di If I needed someone, avendo già scritto pezzi come Don’t bother meYou like me too much e la splendida I need you, aveva solamente 23 anni. Tuttavia si tratta di un brano molto bello, che descrive l’armonia e la complessità di un musicista come Harrison, la cui evoluzione in senso musicale doveva ancora ampiamente prendere il largo.

L’ispirazione del pezzo è chiara e ben definita: deriva da una canzone dei Byrds, un gruppo musicale californiano folk-rock in attività dalla prima metà degli anni ’60 fino all’inizio degli anni ’70.

In particolare, il riferimento è al brano The bells of rhymney, inciso in quello stesso 1965 e pubblicato nell’album d’esordio Mr. Tambourine Man: la sonorità e l’atmosfera dei due pezzi è decisamente simile e analoga e il collegamento che si viene a creare tra Byrds e George Harrison risulta evidente e lampante all’orecchio dell’ascoltatore.

In ogni caso, tornando sulla canzone dei BeatlesIf I needed someone è concepita su una struttura sincopata misolidia, che permette di dare sia alla strofa sia al ritornello un senso di continua ascesa che, insieme al risonante scampanio Rickenbacker Fireglo a dodici corde e al coro angelico dell’armonia simultanea a tre parti, crea un effetto notevole, anche se piuttosto pomposo.

Non si tratta di uno di quei capolavori dei Beatles che avrebbero reso famosi i quattro ragazzi di Liverpool nella storia della musica; tuttavia si tratta di un brano interessante, che funge quasi da crocevia all’interno della produzione dei Beatles e nel loro percorso di crescita.


Fonti: 

I. MacDonald, The Beatles. L’opera completa, 1997


Credits:

copertina

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