IL CLIENTE: QUANDO LA VIOLENZA SI INTROMETTE NELLE STORIE D’AMORE PIU’ BELLE.

Comincia tutto con un trasloco: la rottura di un muro portante nella casa dei protaganisti li porta a cambiar d’appartamento. Dopo qualche giorno di incertezza, i due coniugi, Emad e Rana, si ambientano nella nuova casa e continuano il loro lavoro di insegnanti e attori. Un giorno, però, accade una cosa terribile: Rana viene aggredita in casa da uno sconosciuto che lei stessa, per errore, fa entrare: da quel momento si susseguono una serie di eventi che mettono in luce una situazione molto triste e pesante, a noi occidentali poco chiara e semisconosciuta.

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Il film, infatti, è ambientato in un paese di matrice musulmana, dove i precetti del Corano si devono applicare ad ogni situazione di vita quotidiana: indossare il velo per le donne, il rispetto reciproco e via dicendo. Ma soprattutto, un uomo può toccare una donna solo se è sua moglie o familiare stretta ed esclusivamente tra le mura di casa. Cosa succede, quindi, se una donna viene toccata da un uomo che non è suo marito?

Per rispondere a questa domanda esiste una quantità di libri che potrebbe occupare una biblioteca intera, ma per essere brevi: la donna viene considerata, se il fatto viene scoperto, una poco di buono, impura e viene emarginata dalla società. Molto spesso le vittime perdono anche il lavoro, nonostante siano loro ad esser state molestate. La legge stessa, per loro, risulta una specie di molestia in quanto non le protegge e aiuta in queste situazioni. La pellicola è ambientata in Iran ma, in realtà, non fa differenza il luogo: ovunque si vada nel mondo la legge di Allah è sempre la stessa.

La protagonista del film si ritrova ad essere non capita, isolata e a questo punto il marito decide di indagare più a fondo sulla coinquilina precedente. Egli, conscio della situazione e delle conseguenze è indotto ad agire in difesa della moglie non coinvolgendo la polizia, e vendicandosi da solo.

Non aggiungo altro sulla trama e sul film ma vorrei portare alla luce alcuni elementi dello stesso. Il regista usa “Morte di un commesso viaggiatore” di Miller come copione per lo spettacolo che i due devono portare in scena a teatro. Si tratta di una scelta che non è per niente casuale, ma vi lascio alla visione del film per capirne la ragione.

Sta di fatto che la donna ottiene quello deve ottenere ma non dentro di sè: gli equilibri prima così stabili e sicuri della coppia ora sembrano vacillare verso il vuoto dell’ignoto.

Scheda tecnica:

  • SCENEGGIATURA: Asghar Farhadi
  • FOTOGRAFIA: Hossein Jafarian
  • MONTAGGIO: Hayedeh Safiyari
  • PRODUZIONE: Arte France Cinéma, Farhadi Film Production, Memento Films Production
  • Attori protagonisti: Shahab Hosseini, Taraneh Alidoosti

FONTI 

Visione diretta

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