Carmen Consoli e il racconto della violenza

Quando si parla di cantanti femminili in Italia, è facile pensare a tanti nomi che hanno fatto la storia, nelle varie decadi: Nilla Pizzi, Iva Zanicchi, Mina, Anna Oxa, Elisa e Giorgia. Ce n’è una, però, che da vent’anni è ancor più rappresentativa del genere femminile, già solo per il soprannome che negli anni le è stato affidato. Stiamo parlando della cantantessa Carmen Consoli, una delle cantautrici italiane più di successo degli ultimi anni. Promotrice da anni di una femminilità forte ed emancipata, la Consoli è stata  a parlare più chiaramente di violenza nelle sue canzoni, di qualsiasi genere.

Recentemente il rapporto tra la cantautrice catanese e il racconto della violenza si è fatto più manifesto, vista la presenza nel suo ottavo album in studio di un brano molto crudo – La signora del quinto piano. E proprio in occasione di L’abitudine di tornare (il suo ultimo album, appunto, del 2015) in un’intervista all’Huffington Post ha rilasciato delle dichiarazioni molto chiare sulla sua idea di donna.

Quella che voglio rappresentare è una donna libera, che smetta finalmente di dire: ‘Sono donna e, in quanto donna, devo lottare’. Dobbiamo smettere di lottare per emanciparci perché siamo già emancipate. Io, ad esempio, parto con l’idea di essere già emancipata […] Probabilmente finirei su un palo bruciata, ma è pur vero che ci sono diversi roghi che ancora purtroppo vengono accesi e bruciano.”

 

Carmen, però, non è nuova a questo tipo di racconto: l’esempio più celebre risale forse al 2009, alla canzone Mio Zio, vincitrice del premio “Amnesty International – Voci per la libertà” per la miglior canzone sui diritti umani, e che ha aiutato l’album in cui è contenuta, Elettra, a raggiungere il prestigiosissimo riconoscimento della Targa Tenco per il miglior album in assoluto. La Consoli è stata la prima donna a vincere in questa categoria.

Mio Zio è la straziante storia di una bambina violentata da – per l’appunto – suo zio, definito per tutta la canzone come un “uomo distinto”, un “uomo perbene”. Un contrasto mirato proprio a sottolineare come la violenza possa nascondersi in qualsiasi essere umano, persino in quelli che all’apparenza risultano gentili. La canzone racconta del giorno del funerale dell’uomo in questione, quindi molti anni dopo le violenze subite: la povera ragazza però non ha ricevuto conforto dai familiari.

Porgiamo l’estremo saluto ad un animo puro,
Un nobile esempio di padre, di amico e fratello
E sento il disprezzo profondo, i loro occhi addosso
Ho svelato l’ignobile incesto e non mi hanno creduto.

 

Nel 2010 Carmen passa dal racconto alla denuncia diretta, e lo fa con un brano irriverente e sardonico, in cui elenca dei finti annunci rivolti a donne di tutti i tipi, ma che avrebbero dovuto avere come caratteristica principale l’essere “disponibile” o “consenziente”. La canzone è uscita in pieno scandalo Ruby/Berlusconi, e nonostante Carmen abbia ammesso di non aver scritto il brano appositamente per la vicenda, il significato si estende perfettamente alla situazione in questione.

Aaah! Come baceresti se dovessi fare cinema?
scena prima,
ciak, motore, azione poi si gira
o forse ti interessa la politica?

Aaah! M
inistro degli affari a luci rosse o di cosmetica
al giorno d’oggi tra i due sessi non vi è differenza
il bel paese premia chi più merita 

 

L’ultimo esempio è del 2015, e si tratta del brano di cui si faceva accenno a inizio articolo: La signora del quinto piano. Il ritmo spedito e la musicalità accattivante potrebbero distogliere l’attenzione dal testo, che se a un primo ascolto può apparire confuso è in realtà la lucidissima narrazione di una donna, terrorizzata dall’ex-marito stalker e dalla possibilità che le possa fare del male. La canzone culmina nella morte della donna, uccisa brutalmente dall’ex– nonostante le autorità non dessero particolari attenzioni alle sue denunce.

La signora del quinto piano
fu ritrovata murata nel bagno.
Quella lettera di un anno prima
la prova schiacciante lasciata in questura;
descriveva con precisione
il rituale di sepoltura
ma non vi era alcuna ragione di avere paura, di aver paura.

Il brano è stato poi inciso in una versione speciale con Elisa, Emma, Irene Grandi, Nada e Gianna Nannini, con il nuovo titolo di La Signora del Quinto Piano #1522, numero del centro antiviolenza dell’associazione Telefono Rosa, che da più di 25 anni rappresenta un aiuto concreto a tutte le donne d’Italia. “Vogliamo dire alle donne di non avere paura, che c’è chi può aiutarle

 



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