”Una donna così libera non si può immaginare”: i graffiti di Panmela Castro

Panmela Castro, conosciuta anche come Anarkia Bolandona, è cresciuta nei sobborghi di Rio de Janeiro ed oggi (a 36 anni) è un’artista conosciuta in tutto il mondo. Dopo la laurea in pittura presso l’Istituto di Belle Arti dell’Università Federale di Rio, la sua carriera artistica ha incontrato l’impegno nella protesta pacifica per il raggiungimento della parità di genere.

Pamela Castro utilizza l’espressione dei graffiti per legare l’arte al paesaggio urbano. Corpo, sessualità e soggettività femminile sono i temi che danno vita a volti di donne attraverso esplosioni di colore. Le raffigurazioni dialogano drammaticamente con il pubblico di Parigi, New York, Toronto, Praga, Vienna nell’intento di sensibilizzare la popolazione a concepire come violazione dei diritti umani l’abuso fisico. Attraverso l’arte viene data alle donne una voce che in molti ambienti non è normalmente concessa.

Panmela Castro

La Castro ha utilizzato la sua notorietà per fondare Rede Nami un’organizzazione femminista che coinvolge numerose artiste per promuovere insieme i diritti delle donne nella rete urbana. L’invito ad amare la città piena di colori ed arte (in contrasto ai numerosi rischi) è parallelo a quello della denuncia degli abusi, di cui la stessa Panmela è stata vittima. Il suo sincero attivismo è stato visto globalmente attraverso i muri delle città brasiliane su cui ha scritto ”Ligue 180” per far conoscere la legge Maria de Pehna del 2006 contro la violenza sulle donne.

Panmela Castro

Il fine ultimo della ricerca artistica è la libertà per il genere femminile celebrandolo in tutte le sue forme. Questa volontà è stata riconosciuta dall’organizzazione Vital Voices fondata dalla ex segretaria di stato americana Hillary Clinton. Nel 2012, è stata candidata tra le 150 donne dell’anno dal giornale Newsweek, oltre al premio conferitole dalla fondazione Diller che promuove le organizzazioni no-profit. Se questi traguardi sono stati raggiunti dal suo impegno nel sociale, anche la sua carriera artistica è stata ampiamente riconosciuta: il Premio Hutuz l’ha nominata come artista dell’anno e del decennio (rispettivamente nel 2007 e 2009). Le sue mostre continuano e fanno il giro del mondo attraverso le numerosissime fotografie che vengono costantemente postate sui social. L’ultima di queste, Femme Maison, è concentrata sul colore rosa e sulla sensualità che solo il corpo femminile può trasmettere ed anche per questo deve essere rispettato, sia dagli altri che da se stesse.



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