Scandali sessuali a Hollywood: l’inarrestabile declino di Kevin Spacey

Sulla scia delle accuse di molestie al produttore Harvey Weinstein, parecchie vicende scomode sono emerse a Hollywood, in una bufera che non sembra arrestarsi. Il nome più noto al centro dei recenti scandali è quello di Kevin Spacey, premio Oscar per I soliti sospetti e American Beauty. Attivo da decenni al cinema, in teatro e in televisione, icona indiscussa per pubblico e critica, almeno fino a poco tempo fa.

Infatti, il collega Anthony Rapp ha raccontato a BuzzFeed di aver ricevuto delle avances indesiderate da Spacey nell’86 – all’età di 14 anni – durante un party a casa dell’attore. Spacey si è scusato dicendo di non ricordare l’incidente, causato forse dall’alcol, e ha colto l’occasione per fare coming out, confermando vecchie voci sulla sua omosessualità. Dichiarazione molto discussa: alcuni pensano sia un tentativo di deviare l’attenzione dall’accusa di molestie. Altri, invece, lo accusano di voler usare la sua omosessualità come causa della sua pedofilia, fomentando così correlazioni false e pericolose. Essere omosessuali non vuol dire essere pedofili.

Ad ogni modo, incoraggiati dalle dichiarazioni di Rapp, decine di attori e collaboratori hanno raccontato di incontri sgraditi con Spacey: palpeggiamenti, commenti inopportuni, presunti tentativi di stupro. Se il regista Tony Montana e l’attore Harry Dreyfuss riferiscono di episodi avvenuti negli ultimi decenni, anche membri dello staff di House of Cards – in onda dal 2013 – hanno parlato di ripetuti atteggiamenti inappropriati sul set. Denominatore comune tra le varie storie è la giovane età degli uomini, spesso minorenni.

Dopo queste testimonianze il mondo dello spettacolo ha preso giustamente le distanze dalla star di L.A. Confidential. Netflix, produttore e distributore di House of Cards, ha inizialmente trattato la questione con cautela concedendosi del tempo per decidere come procedere con l’interprete del presidente Frank Underwood. La situazione però è peggiorata con velocità impressionante tra premi revocati, dimissioni degli agenti e infine il licenziamento dalla serie.

Dopo lo scandalo Weinstein, Hollywood sembra determinata a sbarazzarsi di tutti i predatori sessuali. Le ripercussioni sulla carriera e sulla reputazione di Spacey sono state aggressive e immediate. La nuova crociata è giustissima e nobile, solo in ritardo e anche un po’ incoerente, a dirla tutta. Non si capisce perché Spacey è stato immediatamente isolato, mentre Roman Polanski continua ad essere omaggiato nei festival, nonostante sia stato riconosciuto colpevole di stupro nei confronti di una tredicenne ed eviti di entrare negli Stati Uniti per timore dell’estradizione. Oppure perché Casey Affleck, accusato di molestie contro due donne, sia stato premiato proprio quest’anno sul palco degli Oscar, lo stesso su cui fra qualche mese sentiremo decine di discorsi di condanna di ogni tipo di violenza.

 

CREDITS

LaRepubblica

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