Desconocida Unknown Ukjent di Lise Bjørne Linnert: la lotta ai femminicidi di Ciudad Juaréz

Il mese di Novembre è dedicato alla violenza contro le donne, e Lo Sbuffo affronta la delicata tematica in un’ottica del tutto personale, analizzando argomenti culturali interessanti e nuovi ma senza dimenticare lo sfondo sociale in cui questi si vanno a collocare.
Oggi, per la sezione arte, vorrei porre l’attenzione sull’artista Lise Bjørne Linnert e sul suo lavoro Desconocida Unknown Ukjent, dedicato ai femminicidi.

Artista norvegese che vive e lavora a Oslo, ha seguito gli studi nella medesima città presso l’Istituto di Arte Interdisciplinare e successivamente negli Stati Uniti. Il suo lavoro è contraddistinto da una molteplicità di approcci progettuali che prendono in considerazione svariate tecniche e materiali come la fotografia, il disegno, installazioni e performance.

La parete rosa del workshop desconocida unknown ukjent con le etichette di stoffa indicanti i nomi delle vittime

Lise esprime un profondo interesse verso gli spazi pubblici, tra cui soprattutto biblioteche, centri di accoglienza, carceri e chiese, sostenendo che questa sia la miglior modalità per poter raggiungere una fetta più ampia di pubblico nel trattare di problemi sociali delicati e degni della dovuta attenzione.

Lo scopo della sua opera converge in un ricercato e laborioso progetto internazionale denominato Desconocida Unknown Ukjent.

La forza di questo lavoro risiede nella collaborazione di massa e quindi nell’unione delle persone in un progetto comune nato a protesta dei continui femminicidi a Ciudad Juaréz, in Messico, dove dal 1993 più di 1500 donne sono state vittime di omicidio, molte delle quali lavoravano in laboratori clandestini proprio in quella città, e le etichette con il loro nome, inserite all’interno dei camici da loro indossati, erano spesso l’unico modo per attribuire un nome al corpo defunto che veniva ritrovato.

dettaglio dell’etichetta di stoffa con nome di una delle vittime

In tutto ciò, sostiene Lise Linnert, il Governo Messicano non ha fatto nulla di concreto per placare e indagare questa violenta situazione. Alla fine del 2005 lo Station Museum of Contemporary Art di Houston, che da sempre si pone come principale obiettivo l’espressione di problematiche politiche e sociali, contattò Lisa Linnert, che al tempo viveva in Norvegia, per coinvolgerla in un progetto dedicato alle donne di Juaréz ed inserito nell’esposizione denominata Frontera 450.

Il fatto che lei fosse così lontana dal luogo oggetto del suo lavoro non le fu d’ostacolo, ma anzi un mezzo che sfruttò a suo vantaggio, considerando il fatto che purtroppo scenari di violenza di questa tipologia non sono localizzabili in un luogo specifico, ma possono coinvolgere qualsiasi paese e popolo. Diventa quindi un progetto comune, e Lise Linnert si concentra su questo come punto di forza.

La parete rosa del workshop desconocida unknown ukjent con le etichette di stoffa indicanti i nomi delle vittime

Al progetto artistico Desconocida Unknown Ukjent può partecipare chiunque da qualsiasi paese; ogni persona attacca alle pareti una targhetta di tessuto con sopra ricamate due parole: la prima è il nome proprio di una donna vittima di omicidio a Ciudad Juaréz, la seconda è la parola Sconosciuta nella lingua d’origine del partecipante. Il concetto dell’utilizzare il nome è un forte simbolo, in quanto il nostro nome è la prima cosa che ognuno di noi impara a scrivere, quindi ha una relazione molto profonda con noi stessi e la nostra storia privata. Il fatto di scrivere il nome su un pezzo di tessuto in modo ripetuto è un atto di protesta ma elaborato con cura e rispetto verso le vittime, che vengono ricordate non come numero ma come persone: con il loro nome di battesimo viene ricordata quella che era la loro identità personale  e unica, tramite il gesto della scrittura a mano dei nomi e i colori utilizzati.

Da giugno 2016 sono state ricamate circa 7900 etichette e il progetto artistico è in attività tutt’oggi ed in continua espansione. Sono nati dunque dei veri e propri workshop organizzati in case private, università e scuole, arrivando a raggiungere varie zone degli Stati Uniti, come Texas, Philadelphia, New Mexico, Atlanta, Florida, Alaska; poi Australia, Filippine, Pakistan, Turchia, Grecia, Spagna, Portogallo, Italia, Germania, Olanda, Francia, Gran Bretagna, Israele, il territorio palestinese, Svezia, Danimarca, Finlandia, Russia, Polonia e ovviamente la Norvegia.

La parete rosa del workshop desconocida unknown ukjent con le etichette di stoffa indicanti i nomi delle vittime

Il concetto di collaborazione totale tra le persone nella realizzazione artistica riguarda anche l’installazione al momento delle esposizioni: infatti la gente del luogo scelto per mostrare questo lavoro viene sempre coinvolta, sia nella creazione delle etichette che nell’allestimento del lavoro. Le etichette con i nomi vengono attaccateuna ad una con degli spilli su pannelli preferibilmente rosa, colore che è stato propriamente scelto dalle donne di Ciudad Juaréz come simbolo della loro protesta.

Tutti questi pezzi di stoffa affiancati e posti su alti pannelli creano volontariamente un effetto ossessivo, che quasi sommerge lo spettatore e lo fa riflettere sulla situazione di Juaréz, situazione che comunque può contraddistinguere qualsiasi luogo.

Purtroppo Desconocida Unknown Ukjent è un lavoro in progressiva espansione perchè Ciudad Juaréz è ancora oggi teatro di femminicidi. Continuano ad essere organizzati workshop in vari paesi al fine di sensibilizzare chiunque su questa tematica che coinvolge e tocca tutti.

L’artista Lisa Linnert si pone con intelligenza e sensibilità nel mondo contemporaneo, creando un progetto che nella sua semplicità smuove le coscienze di tutti, nella realtà di una lotta da cui non si può e non si deve fuggire.



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