Thor: Ragnarok, ritorna il Dio del Tuono tra ironia e liti familiari

L’impronta comica della Marvel è ormai ben evidente in ogni sua produzione e, anche questa volta, non verrano meno le risate in sala. Thor (Chris Hemsworth) appare più impacciato e meno divino rispetto a come lo ricordavamo ma, nonostante questo, non mancano scene che suscitano grande stupore, nelle quali emergono nuovi poteri e vecchie conoscenze.

Con il terzo ed ultimo capitolo dedicato a Thor, abbandoniamo quel mondo cupo e dark che avevamo lasciato nel secondo appuntamento con il dio norvegese per introdurci nella pura commedia, diretta da Taika Waititi. Il regista ci propone un personaggio diverso, apparentemente mortale: non è solo alto, biondo con gli occhi azzurri ma è goffo, spesso ingenuo e un po’ vanitoso. Tutte queste caratteristiche lo rendono più simile a tutti noi e quindi più incline ad esser apprezzato dal pubblico di massa. Nonostante il buffo Thor presentato in questa nuova pellicola, colui che suscita più ilarità è lo sfortunato Loki. Sempre intenzionato a farla franca e a vincere, eppure sempre destinato a fallire e ad esser deriso.

Il dio dell’inganno non è il solo personaggio a fare ritorno: riappare l’amato Hulk (Mark Ruffallo) durante una delle scene più esilaranti dell’intero film: la battaglia gladiatoria tra Thor ed il verde collega. Vengono però introdotti anche nuovi e convincenti personaggi come Hela (magistralmente interpretata da Cate Blanchett), sorella del protagonista e dea della Morte; il Gran Maestro (Jeff Goldblum), eclettico ma sanguinario capo di un pianeta-discarica e Tessa Thompson nei panni di un’ex-valchiria ed, ora, mercenaria dedita all’alcol. Sono proprio questi personaggi che donano all’intera pellicola una nuova impronta, più ironica e “terrestre”.

Come deducibile dal titolo è il Ragnarok il pericolo incombente che, nella tradizione norvegese, è la fine del mondo (cioè di Asgard). Nonostante possa apparire questo il vero “nemico” da sconfiggere, sarà proprio Hela la minaccia più forte riuscendo addirittura a ridurre in mille pezzi l’amato martello del fratello. Le battaglie sono estremamente convincenti e uniscono momenti d’azione ad efficaci gag. Il tutto è sostenuto da una più che azzeccata colonna sonora immediatamente riconoscibile: Immigrant Song dei Led Zeppelin. Questo, insieme ad altri piccoli dettagli, rende il film piacevole, appassionante ed, in diverse occasioni, induce alla riflessione su tematiche estremamente attuali tra cui l’inquinamento, il razzismo e lo sfruttamento.

Chiunque stia affrontando questo lungo viaggio in compagnia della Marvel fin dal primo Iron Man non può perdersi l’ultimo capitolo dedicato a Thor. Agli altri è fortemente consigliato di informarsi sui film precedenti perché Thor: Ragnarok è ricchissimo di riferimenti ai personaggi che hanno già calcato il set ed alle loro storie. A tutti, invece, è aperto l’invito a godersi questa piccola parentesi in previsione del tanto bramato ed atteso Avengers: Infinity War.

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