Gorbachev, un grande anti-eroe

Dal 1985 fino al crollo del comunismo in Unione Sovietica ci fu un’apertura ed una libertà d’espressione che nei decenni successivi non si verificò più. A dire il vero da questa data fino alla caduta del muro di Berlino di cose ne sono successe e l’artefice, o il protagonista inconsapevole, fu Mikhail Gorbachev.

Infatti, questa figura che in occidente venne osannata ed elevata a salvatore dei popoli dell’est, non fu un politico scaltro come molti credono, poiché fallì nell’unico compito che gli era stato assegnato dal PCUS: salvare la rivoluzione.

Ciò che lo ha reso grande è stata l’ondata di libertà che ha concesso e l’evento epocale che lui ha cercato di governare.

Quando venne eletto segretario del partito comunista la classe dirigente russa era rappresentata da vecchi burocrati alcolisti, che non avevano la minima capacità né la voglia di cambiare il corso degli eventi.

Gorbachev era giovane rispetto al resto del partito, aveva 54 anni, e capì da subito che il problema principale dell’URSS era l’economia stagnante. Non era una grande scoperta, ma almeno, al contrario dei suoi colleghi, inquadrò il problema.

Mikhail Gorbachev

Nel 1986, durante il ventisettesimo congresso del PCUS approvò una serie di riforme finalizzate a sbloccare la situazione di stallo senza rinnegare i valori del socialismo. Questa linea politica, ribattezzata Perestrojca, ebbe un iniziale riscontro, ma non riuscì mai a cambiare la base dell’economia comunista. La Russia aveva bisogno di un’apertura al libero mercato e di investimenti per l’innovazione tecnologica, poiché durante gli anni di Breznev era rimasta notevolmente indietro rispetto all’America. Invece i provvedimenti che vennero presi, per quanto utili, non riuscirono a centrare il problema. Uno di questi fu la lotta contro l’alcoolismo, un problema che da sempre affligge la Russia. Anche se in linea teorica era una battaglia giusta, tuttavia la riduzione della produzione di alcolici portò una crisi di quel comparto industriale e favorì la nascita di distillerie clandestine dalle quali iniziò a prendere piede quella che sarebbe diventata la mafia russa.

Per quanto riguarda il Caucaso, questione che la Russia si porta dietro da secoli, Gorbachev non riuscì a tenere sotto controllo la situazione, lasciando così la patata bollente ai suoi successori, tra cui Putin.

Una delle poche grandi conquiste fu la Glasnost’, la nuova attitudine che Gorbachev portò all’interno dei palazzi di potere, e che imponeva trasparenza nel dibattito politico, senza celare le difficoltà del regime.

Gorbachev con la figlia Irina e la sorella della moglie durante i funerali di quest’ultima

Purtroppo, o per fortuna, tutto questo non fu sufficiente sia perché Gorbachev, nonostante le sue idee aperte, era pur sempre cresciuto in un ambiente dominato da ristrettezze ideologiche, sia perché l’URSS era ormai arrivata al capolinea. Gli ultimi anni furono segnati dalla carestia dovuta alla situazione economica disastrosa del paese, che ne portarono alla dissoluzione.

Nonostante il Nobel per la pace preso nel 1990, Gorbachev non è stato di certo amato nel suo paese.

Nella storia di questo grande paese questo leader può essere considerato un’anomalia del sistema, poiché nella sua storia la democrazia non è mai stata metabolizzata al suo interno. O forse la libertà si desidera solo quando viene tolta.


FONTI

Bbc

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