QUANDO DUE ARTI SI INCONTRANO: LA LETTERATURA IN FRANCESCO GUCCINI (TERZA PARTE)

Questo articolo porta alla conclusione il percorso sui personaggi letterari cantati da Francesco Guccini (qui e qui i due articoli precedenti). È importante ricordare che la letteratura si intreccia spesso con la musica in Guccini, dando vita reinterpretazioni e visioni diverse di opere famose e non.

Il contesto letterario in cui si collocano i due brani qui trattati è quello della Francia ottocentesca. Tali pezzi sono tratti da un’opera letteraria inizialmente pubblicata a puntate su un giornale e da una commedia teatrale. Si tratta di Madame Bovary di Gustave Flaubert e di Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand.

Signora Bovary è il pezzo che dà nome al tredicesimo album di Guccini, uscito nel 1987. Il personaggio citato, la donna adulterina annoiata dalla sua vita, assurge a rappresentante di tutti noi. Guccini stesso ci dice che la signora Bovary presente nella sua mente è quella che si trova

in tutti noi, una piccola borghese che si strascina giorno per giorno in una vita forse inutile. È una canzone molto amara.

Il testo è cupo, con allusioni alla monotonia della vita e al poco entusiasmo che si sente in certe situazioni. Queste sensazioni sono esemplificate con una ricchezza di linguaggio che fa della canzone una perla. Nella prima strofa si trova una delle frasi più belle di Guccini:

E i tuoi pensieri sono solo uno iato
tra addormentarsi e morire

La scelta musicale vede pochi strumenti sulla scena. Spiccano il pianoforte e il sax, che con melodie malinconiche accompagnano alla perfezione le parole rassegnate di questa canzone. In merito a questo, il cantautore afferma:

E in fondo in fondo, quando verrà il momento di andarsene, cosa ci sarà? E non c’è niente, non c’è risposta, ma c’è un assolo di sassofono. Finisce tutto con un assolo di sax.

Nel brano Cirano, contenuto nell’album D’amore, di morte e di altre sciocchezze, è proprio il protagonista della commedia teatrale a prendere la parola. Cirano è uno dei pezzi più famosi e apprezzati di Guccini. Ecco un aneddoto a riguardo:

Ricordo che, ad uno spettacolo a Bologna, un pittore bolognese […] arrivò con una serie di nasi finti e li distribuì tra il pubblico: si rivelò un’esperienza molto curiosa cantare questa canzone trovandosi davanti tutti questi Cirano…

In realtà è un pezzo che è stato lui proposto da Beppe Dati e Giancarlo Bigazzi: Guccini ha apportato consistenti modifiche al testo. L’andamento della canzone vede Cyrano muovere aspre invettive nella prima parte delle strofe per poi tornare alla questione amorosa per cui è conosciuto nella seconda parte.

Cyrano si delinea come combattivo. È innegabile la sua abilità da spadaccino, che si riflette nel suo modo di esprimersi. Questo lato emerge fin dalle prime frasi:

Infilerò la penna ben dentro il vostro orgoglio
Perché con questa spada vi uccido quando voglio

Le sue parole si raddolciscono però nel parlare di Rossana. È in questo contesto che emerge il suo lato romantico: Guccini in queste parti ci permette di riconoscere l’intreccio amoroso del Cyrano de Bergerac. Tra le commosse parole di Cyrano si possono ricordare le ultime della canzone:

Perché oramai lo sento, non ho sofferto invano
Se mi ami come sono, per sempre tuo
per sempre tuo Cirano

Si conclude il percorso di riscoperta dei classici letterari attraverso le parole di quello che si può considerare a tutti gli effetti un poeta. Molti di questi testi sono anche riportati nelle antologie e talvolta studiati a scuola. La speranza ben riposta è che le canzoni di Francesco Guccini scrivano la storia e non si perdano col susseguirsi delle generazioni.


Fonti:


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