Gli ambienti spaziali di Lucio Fontana

Tra i mille eventi artistici degni di una visita che hanno luogo a Milano, in questo periodo sono in tanti a decidere di prendere d’assalto la fondazione d’arte contemporanea HangarBicocca, e fanno bene: il grande spazio della famosa navata ospita la tanto attesa mostra “Ambienti/Environments” dedicata alle installazioni ambientali di Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, 1899 – Varese, 1968).

Curata da Martina Pugliese, Barbara Ferriani e Vicente Todolì, ed in collaborazione con la Fondazione Lucio Fontana, la mostra è un’occasione senza precedenti dal punto di vista del riallestimento delle installazioni. Si tratta appunto delle ricostruzioni di nove ambienti spaziali e due interventi ambientali, riprodotte secondo le proporzioni e le caratteristiche originarie.

Opere inedite realizzate dall’artista tra il 1949 e il 1968, che in occasione di varie mostre internazionali sono state quasi tutte spesso smontate o distrutte. Le stesse sono state in passato esposte in importanti sedi espositive, quali: Struttura al neon per la IX Triennale di Milano; Utopie per la XIII Triennale di Milano; Ambiente Spaziale per dOCUMENTA IV di Kassel; Fonti di energia per Italia 61 a Torino.

Ma è esattamente per la propria natura effimera che questa parte dell’opera di Fontana è poco nota o del tutto sconosciuta al pubblico, sebbene essa rappresenti un’importantissima summa della sua ricerca artistica. Come conferma la storica dell’arte e co-curatrice della mostra, Martina Pugliese, in un’intervista per Vogue:

“Fontana era convinto che gli ambienti fossero l’innovazione più eclatante della sua ricerca artistica: in varie biografie pubblicate in cataloghi di mostre personali, l’artista rivendica di avere realizzato un ambiente “per la prima volta in Italia e nel mondo”. Ma gli ambienti, a differenza di “buchi” e “tagli” che alludevano alla stessa idea di apertura allo spazio, non erano vendibili e venivano distrutti”.
– Martina Pugliese

Ora, finalmente, i visitatori hanno l’opportunità di comprendere ed osservare da vicino ciò che l’artista ha ideato nella sua ricerca di ambienti e di spazi, contraddistinti da architetture originali e scanditi da luci al neon e colori che invadono la vista dello spettatore. Spettatore che con sua meraviglia, viene lanciato in una dimensione differente, percorrendo un’esperienza percettiva e immersiva totale, secondo l’intenzione di Fontana stesso.

La serie di lavori “Ambienti” ha un peso rilevante, in quanto si scopre essere anticipatoria di numerose forme espressive dell’arte contemporanea nate negli anni ’60 e ’70: Arte Concettuale, Land Art, Arte Povera, Environmental Art ed il movimento Light & Space.

Inoltre, questa serie di lavori risulta centrale per la propria radice storico-scientifica e sperimentale, che ci permette di comprendere al meglio l’ideologia e le analisi del Movimento Spazialista, fondato nel 1947 dall’artista stesso. Il Movimento si fece strada attraverso il “Manifesto Bianco”, da lui pubblicato a Buenos Aires nel ‘46, nel quale chiarì la necessità di un’arte che si facesse espressione di una nuova consapevolezza scientifica, tecnologica e di sintesi tra molteplici discipline, in modo da raccoglierle tutte in un insieme più ampio.

Durante la sua carriera, Fontana investiga sui concetti di spazio, materia, luce, vuoto e cosmo, ed in questo caso soprattutto nella relazione vuoto e luce, sperimentando con le più disparate tecniche e materiali come neon, vernice fluorescente e gomma.

La sua personalità eclettica lo rende uno degli artisti più influenti del XXI secolo, e lo spinge ad andare oltre le concezioni vigenti nel suo tempo riguardanti la pittura, la scultura e lo spazio, superando la bidimensionalità.

Gli Ambienti e i Concetti Spaziali (questi ultimi comunemente noti come i “tagli” e i “buchi” sulle tele) rappresentano infatti una rottura con la tradizione: scisma approvato e seguito da altri artisti appartenenti alla generazione successiva, quali il Gruppo T, Yves Klein e il Gruppo Zero.

Complessivamente, la visita agli Ambienti Spaziali dell’Hangar risulta particolarmente interessante ed entusiasmante. Di conseguenza è vivamente consigliata a chiunque voglia approfondire la densa e complessa ricerca condotta da Lucio Fontana, a chiunque voglia avvicinarsi e addentrarsi allo studio di ambienti assolutamente interessanti ed innovativi, ma soprattutto a chi associava Fontana alla serie dei “tagli sulle tele”: solo un’esigua parte della sua opera, nata da una raccolta infinita di teorie e risultati sul tema dello spazialismo.
Pertanto si invita lo spettatore a riconsiderare l’artista nella sua interezza di figura intellettuale e creativa, decisiva nell’arte contemporanea.

La mostra è dunque un’occasione imperdibile ed accessibile a tutti, visitabile secondo gli orari di apertura di Pirelli HangarBicocca, fino al 25 Febbraio 2018.

Maggiori informazioni:

Lucio Fontana “Ambienti/Environments”: 21 Settembre 2017 – 25 Febbraio 2018

Indirizzo: Via Chiese, 2, 20126 Milano MI

Orari:
da lunedì a mercoledì: chiuso
da giovedì a domenica: 10-22

Credits:

per l’articolo: www.hangarbicocca.org/mostra/lucio-fontana-ambienti/

www.vogue.it/news/vogue-arte/2017/09/18/lucio-fontana-ambientienvironments/

Foto: copertina

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